L’Onu torna a colpire la Corea del Nord con nuove sanzioni: ieri sera il Consiglio di sicurezza ha approvato all’unanimità una risoluzione che prevede il bando alle esportazioni tessili di Pyongyang e il divieto alle esportazioni di petrolio e gas naturale verso la Corea del Nord, fatta eccezione per una quantità da impiegare per il sostentamento della popolazione.
‘La Corea del Nord non ha ancora passato il punto di non ritorno’, ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley, dopo l’approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di nuove sanzioni contro il regime asiatico, precisando che gli Usa non cercano la guerra con Pyongyang.
Il mondo civilizzato deve fare quello che la Corea del Nord non sta facendo, ossia fermare la sua marcia verso la costruzione di un arsenale nucleare. La scelta e’ loro. Se continueranno su questa strada continueremo ad aumentare la pressione, se decideranno di cambiare percorso il mondo vivra’ in pace con loro, ha aggiunto la Haley.
La Cina ha sostenuto il Consiglio di sicurezza dell’Onu nell’adozione di ‘misure necessarie’ sull’ultimo test nucleare della Corea del Nord del 3 settembre, il più potente dei sei fatti. Lo afferma il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang, secondo l’agenzia Nuova Cina. Pechino spera che le nuove sanzioni siano attuate in pieno, ribadendo l’opposizione ai sistemi antimissile Thaad in Corea del Sud. La crisi, secondo il rappresentante permanente cinese all’Onu Liu Jieyi, deve essere risolta in modo pacifico.
Le nuove sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu sono un ‘pesante’ monito alla Corea del Nord, dato che altre provocazioni non potranno che aumentare le sue sfide diplomatiche ed economiche: le misure, spiega una nota del governo sudcoreano, rappresentano il rinnovato impegno della comunità internazionale a non tollerare lo sviluppo nucleare e missilistico del Nord. La risoluzione 2375, votata in risposta del test atomico del 3 settembre, è la nona con sanzioni per il Nord dal 2006, anno della prima detonazione nucleare.
Ricordiamo che l’obbiettivo di Kim Jong-Un sarebbe quello di mostrarsi in grado di agitare una minaccia nucleare globale. Il leader nordcoreano ha lanciato un missile che dopo aver attraversato il Giappone, in particolare l’isola di Hokkaido, è precipitato in mare. Si tratta del sesto test nucleare, cosa che allarma gli Stati Uniti e non solo.
I media statali nordcoreani hanno rilasciato l’immagine di Kim Jong-Un che ispezionava quella che diceva essere una bomba a idrogeno pronta per il ‘collaudo’. Il dispositivo testato era una bomba a idrogeno, arma nucleare molto più potente, che utilizza la fusione anziché la fissione per aumentare la resa cioè il potere distruttivo. È anche nota come bomba termonucleare.
Per quanto riguarda l’America, finora, sta perseguendo quella che definisce una strategia di pressione pacifica per convincere la Corea del Nord a sottoporre il suo programma nucleare al tavolo negoziale.
Le sanzioni sono da tempo lo strumento utilizzato dalla comunità internazionale ma Kim ha sviluppato comunque le sue armi a dispetto di interventi economici che puntavano a paralizzare l’economia del paese.
Fino ad ora le sanzioni sono state l’unico strumento nelle mani del presidente americano. Al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Nikki Haley definì gli ‘esperimenti’ di Kim Jong-Un un atto di guerra e chiesto all’Onu sanzioni più dure per fermare i programmi di Pyongyang perché il tempo delle mezze misure sta per terminare.
Nonostante anche la Russia condanni il nuovo test, Vladimir Putin, consiglia di non cedere alle emozioni e di non mettere all’angolo la Corea del Nord. ‘Ora più che mai, tutti devono rimanere tranquilli ed evitare passi che conducano ad una escalation della tensione. C’è davvero qualcuno che pensa che solo per l’adozione di qualche sanzione, Pyongyang abbandonerà il percorso per la costruzione di armi di distruzione di massa?’, dice ritenendo quel tipo di risposta inefficace. Per di più, un conflitto potrebbe portare a una catastrofe globale.