FILE - In this March 27, 2015 file photo, Secretary of State-designate Rex Tillerson speaks in Washington. Propelled by populist energy, President-elect Donald Trumps candidacy broke long-standing conventions and his incoming Cabinet embodies a sharp turn from the outgoing Obama administration. (ANSA/AP Photo/Evan Vucci, File) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved.]

Corea del Nord: segretario di Stato Usa Tillerson, Pyongyang dimostri di essere pronta al dialogo

Il segretario di Stato statunitense Rex Tillerson ha detto che spettera’ alla Corea del Nord decidere quando saranno pronti a impegnarsi in colloqui diplomatici importanti e significativi con gli Stati Uniti. Tillerson ha commentato cosi’ le dichiarazioni del vicepresidente Mike Pence al “Washington Post”, secondo cui l’amministrazione Trump ora e’ disposta al dialogo con la Corea del Nord. “Per quanto riguarda i commenti del vicepresidente su potenziali colloqui e se siano l’inizio di un processo diplomatico, penso che sia troppo presto per giudicare. Come abbiamo gia’ detto e’ compito dei nordcoreani decidere quando siamo pronti a collaborare con noi in modo sincero e significativo”, ha detto Tillerson in una conferenza stampa al Cairo, in Egitto. “Avremo bisogno di discutere con la Corea del Nord prima di precedere con qualsiasi forma di negoziazione per determinare se le parti siano effettivamente pronte a impegnarsi in qualcosa di significativo”, ha affermato ancora Tillerson.

Al momento la strategia statunitense resta invariata: Washington e i suoi alleati continueranno a imporre sanzioni sempre piu’ gravose al regime di Kim Jong Un finche’ non si procedera’ concretamente a una denuclearizzazione della Corea del Nord. Tuttavia, l’amministrazione guidata da Donald Trump sembra ora disposta a sedersi al tavolo e discutere con le autorita’ di Pyongyang. Questa nuova posizione rappresenta un cambiamento importante rispetto per gli Stati Uniti che sinora avevano proposto una linea intransigente che prevedeva di mettere con le spalle al muro la Corea del Nord, imponendo al regime di presentare delle concessioni reali, e solo dopo avviare dei contatti diretti. “La pressione non verra’ meno sin quando non faranno effettivamente qualcosa che noi e i nostri alleati crediamo possa rappresentare un passo significativo verso la denuclearizzazione”, ha detto Pence, secondo cui “quindi la campagna di massima pressione continuera’ e si intensifichera’. Ma se vorranno discutere, allora parleremo”.

Nei due incontri fra Pence e Moon questa strategia e’ stata elaborata nel dettaglio e il vicepresidente ha detto di avere conferito con Trump aggiornandolo quotidianamente durante la sua permanenza in Asia. In effetti, prima dei colloqui di PyeongChang, le amministrazioni statunitense e sudcoreana non erano perfettamente allineate sul fatto che i contatti diretti fra le due Coree dovessero proseguire anche dopo i Giochi olimpici invernali. Moon, infatti, aveva detto a piu’ riprese che avrebbe gradito che lo sforzo diplomatico raggiunto grazie alle Olimpiadi conducesse a delle trattative effettive, mentre Pence continuava a insistere sulla strategia della pressione economico-finanziaria. Durante la riunione, tuttavia, vi sarebbe stata una svolta e Pence ha comunicato al capo dello Stato sudcoreano che la comunita’ internazionale deve scongiurare gli errori del passato, facendo delle concessioni a Pyongyang in cambio di negoziati.

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