Sono 39.811 i nuovi casi di positività al coronavirus nelle ultime 24 ore. Le vittime sono 425. Lo riportano i dati diffusi dal ministero della Salute. Complessivamente sono 902.490 i contagiati, comprese vittime e guariti, mentre il totale dei morti è di 41.063.
Il Veneto registra un nuovo record di nuovi contagi da Coronavirus in 24 ore, con 3.815 nuovi casi che portano il totale a 75.907. Lo riferisce il Bollettino regionale, che segnala da ieri 25 decessi, con il totale a 2.568. Cresce ulteriormente la pressione sulle strutture ospedaliere, con 1.410 ricoverati nei reparti ordinari (+109), e nelle terapie intensive, con 187 ricoverati (+13).
“In Veneto non abbiamo in animo di mettere nuove restrizioni, pensiamo che siano sufficienti quelle attualmente in corso”, ha detto il governatore Luca Zaia, spiegando che, sotto il profilo sanitario, il sistema ospedaliero regionale sta tenendo. Il problema vero, ha invece sottolineato, “sono i pronto soccorso, dove il numero degli accessi è il doppio, da ottobre, rispetto a quello della prima ondata Covid, dal 21 febbraio in poi. Chiediamo ai cittadini di evitare al massimo l’accesso ai pronto soccorso, lo si faccio solo in caso di necessità”.
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Sono 4.309, di 4.010 asintomatici, i nuovi casi in Campania, dove sono stati effettuati oggi 22.696 tamponi. Quindici i morti, per un totale di 811. Sono invece 984 i guariti oggi (in tutto 16.001). I posti di letto di terapia intensiva occupati sono 179 (disponibili 590); quelli di degenza 1756 (disponibili 3.160).
Veneto
“I positivi da inizio pandemia sono 75.907, ci sono stati 3.815 positivi nelle ultime 24 ore, 17.940 sono in isolamento. I positivi ad oggi sono 47.657, i ricoverati 1.410 (+109 nelle ultime 24 ore ), in terapia intensiva 186 (+12), 2.568 persone decedute (25 ultime 24 ore), 5.105 dimessi (50 dimessi ieri)”. E’ questo il bollettino della Regione Veneto illustrato dal presidente del Veneto nel corso del punto stampa presso la Protezione Civile a Marghera. Proprio oggi il Veneto ha disposto da ieri sera in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate “la sospensione di ogni attività chirurgica programmata che preveda il ricorso in terapia intensiva post-operatoria”, fatta eccezione per le emergenze-urgenze, come gli interventi per incidenti, ictus e infarti. Questo – ha spiegato l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin – per non occupare, con attività ‘programmate’, posti nelle terapie intensive.