People, wearing protective face masks,at the Temini railway Station after the reopening of regional borders amid an easing of restrictions during P?hase 2 of the coronavirus emergency, Rome, Italy, 3 June 2020. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Coronavirus: al via l’app Immuni, in azione in 4 regioni pilota

L’applicazione Immuni “è già attiva su tutto il territorio, su scala nazionale, e oggi inizia la sperimentazione in quattro Regioni”, dove “parte il sistema sanitario e gradualmente entreranno le altre a livello nazionale”. Lo ha detto la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, a ‘Unomattina’ su Rai 1. L’app, ha spiegato Pisano, “è stata accolta bene dai cittadini, che ne hanno apprezzato la semplicità di utilizzo e anche l’utilità. Ad oggi è stata già scaricata da più di 2 milioni di persone”.

L’invito della ministra è quello a scaricare Immuni  perché “è utile in questo momento di ripresa delle attività, per muoversi in sicurezza e diminuire la probabilità di nascita di focolai improvvisi e soprattutto per tutelare noi stessi e le persone a noi care”. Inoltre, ha spiegato, “attraverso l’app possiamo anche avvisare le persone con cui le quali viviamo, ad esempio sul posto di lavoro o che incontriamo perché magari prendiamo insieme a loro l’autobus”. “Maggiore è il numero delle persone che scarica l’app e maggiore è la possibilità che si sia avvisati qualora si entri in contatto con un caso positivo”, ha proseguito Pisano, sottolineando come l’app sia stata “sviluppata nel pieno rispetto della normativa sulla privacy italiana ed europea”. E, ha rimarcato, “abbiamo promosso anche una normativa, all’interno del governo, che oggi è alla valutazione del Parlamento e mi auguro che ci sia una convergenza tra maggioranza e opposizione quanto prima”.

Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia sono le prime regioni a testare il funzionamento del contact tracing Immuni, che ha avuto anche il via libera, nei giorni scorsi, da parte del Garante per la Privacy. La app arriva alla linea di partenza non senza una scia di polemiche e inciampi tecnici. Ha dovuto superare le critiche alle icone sessiste che ritraevano una mamma con il bambino e l’uomo davanti al pc, poi cambiate nel giro di una mattinata. In seguito sono arrivati i problemi legati alla tipologia di smartphone, in alcuni casi incompatibili per scaricare la app e su cui si è concentrato il lavoro di questi giorni per cercare di arrivare pronti al D-day.
In particolare, Immuni usa la tecnologia per le notifiche di esposizione messa a disposizione da Apple e Google. Questa tecnologia determina i requisiti di sistema per scaricare e usare Immuni. Per quanto riguarda i problemi sugli smartphone Huawei, “non dovuti all’app”, si spiega nelle Faq di Immuni, si è lavorato sulla risoluzione e la app è stata resa disponibile sui primi modelli ed entro lunedì, secondo le informazioni rese la scorsa settimana, sugli altri.

Bisognerebbe cominciare a dare la caccia agli asintomatici con una strategia nazionale, che in una fase come questa sono più importanti di chi il virus ce l’ha. 

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