Coronavirus: Chiesa vara restrizioni in diversi paesi africani

Il concreto timore di un’esplosione anche in Africa dell’epidemia di coronavirus ha portato la Chiesa cattolica ad introdurre in diversi paesi una serie di norme restrittive. Lo scrive il sito Vatican News. In Togo la conferenza episcopale scrive ai fedeli raccomandando di astenersi dallo scambio della pace e di ricevere l’Eucaristia fra le mani. E’ stata disposta la rimozione dell’acqua santa all’ingresso di chiese e cappelle e i sacerdoti sono invitati a un’accurata igiene delle mani prima e dopo la distribuzione della Comunione. “Anche se i nostri paesi sembrano meno colpiti degli altri, in realta’ nessun Paese, nessuna citta’, nessuna popolazione e’ immune – scrivono i vescovi togolesi in un comunicato – e nessuno puo’ dire che cosa ci riservano i giorni e le settimane a venire. E’ quindi urgente adottare comportamenti individuali e collettivi che possano limitare il piu’ possibile la diffusione del Coronavirus e della malattia Covid-19”. I presuli invitano inoltre a seguire scrupolosamente le istruzioni delle autorita’ sanitarie e le misure che saranno adottate per prevenire e combattere il Coronavirus e fanno appello al senso di responsabilita’ e civilta’ di ciascuno per il bene di tutti. Infine esortano a recitare la preghiera proposta dal Simposio delle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar perche’ Dio fermi la pandemia, guarisca i malati, doni vita eterna ai defunti e consolazione alle famiglie.

In Camerun, prosegue Vatican News, il Governo ha vietato raduni di ogni genere e la Chiesa ha disposto per questo misure specifiche. In un comunicato, l’arcivescovo di Yaounde’, monsignor Jean Mbarga, stabilisce che le Messe dovranno essere celebrate con la partecipazione di massimo 50 persone e raccomanda la diffusione delle celebrazioni eucaristiche attraverso i media per sostenere la preghiera di un piu’ ampio numero possibile di fedeli. “Le famiglie o le persone che vivono in comunita’ sono particolarmente chiamate alla loro vocazione e missione di chiesa domestica – aggiunge il presule -, si adopereranno per la condivisione della Parola di Dio, nelle preghiere e negli esercizi spirituali e corporali e cosi’ anche nella carita’ e nel servizio per i poveri e gli ammalati”. Alle Mauritius l cardinale Maurice Piat, vescovo di Port-Louis, ha vietato tutte le celebrazioni, le riunioni e le pie pratiche, ha sospeso tutti gli incontri di catechesi e ha invitato i sacerdoti a dar spazio alla loro creativita’ per far sentire la loro vicinanza ai fedeli, per accompagnarli e sostenerli. Un comitato diocesano sta lavorando insieme al porporato perche’ vengano diffuse le comunicazioni e si dispongano nuove misure in base all’evolversi della situazione.

Non potendosi al momento celebrare funerali, il cardinale Piat chiede ai presbiteri di tenere un registro dei defunti per potere poi organizzare messe di suffragio non appena possibile e dispone che alle famiglie interessate vengano inviate, attraverso mail, le preghiere di rito perche’ possano essere recitate a nome della Chiesa. Per i malati, il porporato propone di organizzare momenti di preghiera animati dalle famiglie stesse. “La nostra Quaresima e’ stata trasformata in tempo in un periodo di confino. Viviamolo nella fede e nella pace – dice il vescovo di Port-Louis ai suoi sacerdoti – rimanendo umilmente al servizio dei fedeli che ci vengono affidati”. Infine il porporato richiama, in un audio diffuso sul portale della diocesi di Port-Louis, alla solidarieta’ nazionale, soprattutto verso i piu’ vulnerabili, chiede che vengano rispettate le misure del Governo e lancia un appello perche’ non ci si lasci prendere dal panico e dalla paura, esorta alla calma e a coltivare la speranza e ricorda l’episodio evangelico della tempesta sedata da Gesu’ che insegna ad avere fiducia in Dio in ogni momento difficile.

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