Con un impatto “devastante”, l’emergenza Covid-19 “affonda la produzione in marzo (-16,6%) e nel primo trimestre (-5,4%)”. E “le prospettive sono in forte peggioramento”, rileva il centro studi di Confindustria nell’indagine rapida mensile sulla produzione industriale. La flessione nel trimestre è la maggiore registrata “da undici anni”.
“In Italia la caduta dell’attività stimata per marzo (-16,6%), se confermata dall’Istat, rappresenterebbe il più ampio calo mensile da quando sono disponibili le serie storiche di produzione industriale (1960) e porterebbe i livelli su quelli di marzo 1978”.
“La produzione industriale nel primo trimestre 2020 è attesa diminuire del 5,4%, il calo maggiore da undici anni” indica il CSC che “rileva una diminuzione della produzione industriale del 16,6% in marzo su febbraio, quando è arretrata del 2,6% su gennaio 20191”. Quello di marzo, se confermato dall’Istat, è “il più ampio calo mensile da quando sono disponibili le serie storiche di produzione industriale (1960) e porterebbe i livelli su quelli di marzo 1978”. Mentre “l’arretramento stimato nel primo trimestre 2020 sarebbe il più forte dal primo trimestre del 2009, quando l’attività era scesa dell’11,1% congiunturale, nel pieno della grande crisi finanziaria internazionale indotta dallo scoppio della bolla dei mutui subprime in Usa. Oggi il Csc registra un “sull’economia reale un impatto drammatico, non solo in Italia”, dell’emergenza coronavirus. “E’ stata decisa la chiusura del 57% delle attività industriali a partire dal 23 marzo (48% della produzione); il restante 43% di imprese ha continuato a lavorare a un ritmo molto ridotto, con poche eccezioni (alimentari e farmaceutico)”. Le prospettive per i prossimi mesi sono “più negative di quanto osservato nel primo trimestre: la variazione acquisita nel secondo è di -12,5% e la caduta dell’attività potrebbe raggiungere almeno il 15%.
Da ieri, la chiusura delle attività produttive è stata prorogata fino al 13 aprile. La riapertura avverrà gradualmente, mentre la domanda domestica in alcuni settori sarà ancora molto debole ed il contributo di quella estera peggiorerà in linea con l’allargamento del contagio nel resto del mondo. Occorre evitare ritardi nell’implementazione delle misure di sostegno alle imprese ed ai lavoratori per non aggravare le già drammatiche prospettive”.