Coronavirus e Avigan, farmaco che pone dubbi e speranze

La diffusione della notizia nella rete è stata inarrestabile fino al punto di divenire politica con l’annuncio del governatore del Veneto Luca Zaia. Parliamo del  farmaco Avigan o Fivilavir, che esiste da molti anni ed è stato usato anche in Italia alla Spallanzani nel 2015 per l’ebola. Zaia  ha annunciato: ‘Se in Giappone ha funzionato contro il coronavirus siamo pronti nella nostra regione alla sperimentazione’. Paliamo, sia chiaro, di un anti-nfluenzale,  che Cina e Giappone hanno sperimentato, pare con successo. Secondo quanto dichiarato da Zhang Xinmin, direttore del Centro Nazionale cinese per lo sviluppo della biotecnologia, un ramo del Ministero della Tecnologia cinese, il farmaco sembra avere ‘un livello elevato di sicurezza ed è chiaramente efficace nel trattamento del nuovo coronavirus’. Dichiarazione fatta il 17 marzo scorso.

Da altra fonte risulta che il farmaco sia in test ospedaliero, non liberamente diffuso né liberamente usato. Il trial cinese è stato eseguito su 300 persone.  In Giappone su 80. Ha curato solo i casi lievi,  e quindi gli intubati,  e quanti a rischio morte permarrebbero nel pericolo. I danni collaterali sono dichiarati pesanti.

A  tutt’oggi l’Avigan non è liberamente distribuito in Giappone, ma usato in alcuni ospedali dove sta facendo i trial. Questo farmaco ha pesanti effetti collaterali e non ha ancora terminato l’iter di certificazione.

Nella rete è poi diventato virale un video di un farmacista italiano, Cristiano Aresu, che parlando da Tokio ha caldeggiato l’utilizzo dell’Avigan come del farmaco che ha permesso al Giappone non solo di evitare l’isolamento,  ma di ricominciare a vivere ed uscire nelle strade, con le morti che nel paese nipponico sono state all’inizio del contagio poco più di un centinaio. Il problema reale nasce con la condivisione della notizia sui social network con migliaia di internauti che chiedono lumi ai virologi ed al ministro della Salute, Roberto Speranza.

Ovviamente chi scrive non ha le dovute competenze per poter esprimere un parere di merito dal punto di vista medico.

I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie.

Un nuovo coronavirus è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo.

I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati diversi anni fa (i primi a metà degli anni Sessanta) e alcuni identificati nel nuovo millennio.

Questa è la dovuta premessa per parlare di un ulteriore  video diffuso in rete che mostra due persone che nell’aereoporto di Mosca mostrano la semplicità esistente nell’acquisto di Abidol, a loro detta, utile per il Coronavirus. Una pazzesca fake news visto che si mostra la confezione del farmaco che mostra la corona sulla facciata. Delle due l’una: o sono in  perfetta confusione,  non conoscendo che la forma di corona riguarda,  di norma, un solito coronavirus, e non il nuovo coronavirus, nCo V, nuovo ceppo di coronavirus, mai identificato nell’uomo; oppure sono in perfetta malafede e vogliono, e volontariamente, diffondere nelle persone paura e disagio.

L’unica possibilità che il Ministero della salute e l’OMS facciano adeguata chiarezza su tali dubbi e tali perplessità.

Cocis

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