“A fine gennaio ho depositato un’interrogazione in Senato rivolta al ministro della Salute per sapere quali misure concrete venivano attuate a scopo preventivo e precauzionale per evitare i rischi del diffondersi del coronavirus per quanto riguardava i cittadini italiani e stranieri che rientravano dalla Cina. In quella mia interrogazione domandavo perché tutti i passeggeri rientrati dalla Cina a partire dal 23 gennaio, ragionando che il coronavirus 2019 poteva avere un’incubazione di due settimane, non fossero stati messi in quarantena come stava accadendo in Cina. Non solo, domandavo anche di attivare un canale sanitario dedicato alle persone che, rientrate in Italia dopo un viaggio in qualsiasi parte della Cina, avessero presentato sintomi. Alla luce di quanto sta ora accadendo in Lombardia mi domando perché queste misure non siano state adottate a fine gennaio, a scopo preventivo e precauzionale. Per esperienza so che la stalla va chiusa prima che i buoi scappino, non dopo”. Lo dice Roberto Calderoli, senatore della Lega e vicepresidente del Senato.
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