Il leader della Lega Matteo Salvini, nel corso di una diretta ‘Facebook’, rivolto ai suoi sostenitori, ha lanciato un appello sul coronavirus: “Dateci una mano, fate sapere agli italiani quello che molte tv nascondono: c’è una cura al plasma di cui nessuno parla. Perché non sperimentarla al livello nazionale? Perché il silenzio del ministero della salute e dell’Istituto Superiore della Sanità?”.
Nel corso della diretta social, Salvini ha anche chiesto: “Perché sulle cure con plasma iperimmune il governo non chiede nulla e l’ISS se ne disinteressa?”
Poi l’accusa del leader della Lega: “Molti cittadini potrebbero avere il dubbio che siccome il plasma è gratis, non c’è dietro un business milionario, allora è meglio occuparsi di altro”.
In precedenza, Salvini aveva detto, sempre a proposito delle cure contro il coronavirus: “Voglio segnalare l’esperimento che alcuni medici stanno portando avanti in alcuni ospedali italiani: stanno curando malati con il plasma donato da guariti. Ringrazio tra gli altri il Prof. De Donno. Perché a livello di governo non se ne parla?”.
In realtà di cura al plasma aveva iniziato a parlarne il Professor Giuseppe De Donno, definendolo ‘un metodo efficace, l’unico esistente contro il coronavirus’. Ad oggi, affermava, arriva a 80 il numero di pazienti guariti grazie al trattamento e tra questi c’è anche un record mondiale: la prima donna incinta guarita dal Covid-19, Pamela. Questa la vicenda che avrebbe fatto scattare i Nas, che hanno così iniziato ad informarsi sul protocollo sperimentale a base di plasma iperimmune, la terapia che usa il plasma dei pazienti guariti come cura contro il coronavirus.
‘Il plasma è gratuito perché viene donato dal popolo e torna al popolo. Noi abbiamo fatto due conti per capire quanto può costare una sacca di plasma da 600 ml e costa circa 160 euro con tutto: spese del personale, il percorso per purificare il sangue, il costo della sacca di plastica, cioè tutto quello che serve per produrre una sacca. Per cui un’aliquota da 300 ml costa circa 80 euro, 82,50 per la precisione, e io penso che spendere 82,50 euro per salvare una vita vuol dire avere un costo quasi gratuito’, afferma De Donno.
‘E’ una proposta terapeutica che viene da una piccola città e da un ospedale non molto famoso, il mondo universitario questo non lo accetta mai, non accetta mai che un piccolo ospedale possa produrre una scoperta o che possa pure il decorso di una malattia o in questo caso da una pandemia ed essere un modello mondiale. Questo perché è chiuso in sé stesso e fa fatica ad accettare che un’ospedaliero possa produrre qualcosa che non viene dal mondo universitario. Poi ci sono altri motivi visto che il plasma non è sponsorizzato.
Io non sono affatto contrario alla produzione di un eventuale vaccino contro il coronavirus, anche se ho delle perplessità. Prima di tutto io sto ancora aspettando il vaccino contro l’HIV e contro l’epatite. E poi, in questa fase dove io devo curare e non fare prevenzione anche se avessi un vaccino non mi permetterebbe di curare persone come Pamela, tutti quei pazienti che io ho curato e salvato con il siero iperimmune. Non sono contrario a sintetizzare le immunoglobuline in laboratorio, non sono contrario a nulla: basta che mi diano le armi per salvare i pazienti. E siccome queste armi vengono proposte dopo che noi abbiamo proposto il protocollo del plasma, bisognerebbe avere l’umiltà innanzitutto di gratificarci’, osserva il prof. De Donno: ‘Quando da Fazio invitano Pavia e hanno l’obbligo di non nominare Mantova che ha arruolato la maggior parte dei pazienti un motivo c’è! Sono cose che non avvengono per caso. Ma i cittadini non sono deficienti: io stanotte non ho dormito perché ho ricevuto non so quante mail e messaggi di gente che criticava quella trasmissione. E io penso che i messaggi che ho ricevuto io siano di gran lunga il numero di spettatori che ha avuto Fazio che è pagato con soldi pubblici e non ha fatto una corretta informazione. Rispetto al paese è un comportamento non corretto perché non si vuol far passare il messaggio che invece c’è la base di questo nostro approccio che sicuramente costa molto meno di altri approcci e i cui risultati li vedremo dopo la pubblicazione di questo lavoro. A me del potere, della fama, di andare in televisione non me ne può fregar di meno. Io sono un medico di campagna che ha sempre fatto il medico di campagna e spero di tornare al più presto di tornare nel più grande anonimato come ero anonimo fino a un mese fa. E’ questo il mio obbiettivo. A me l’unica cosa che interessa è che mi diano gli strumenti per salvare le persone e questa volta lo strumento lo abbiamo inventato io e il Dottor Franchini ed è questo che il mondo scientifico deve avere il coraggio di riconoscere. Il coronavirus è un virus mutante e anche se avremo la possibilità di sintetizzare in laboratorio le immunoglobuline, sarà molto costoso. Noi invece abbiamo la fortuna di avere un popolo generoso, un esercito di eroi che vengono a donare il plasma e che vogliono salvare altri pazienti ammalati. Questa cura è gratuita, segue l’andamento della virosi, per cui se il virus muta muterà anche il plasma iperimmune’.
Antonella Di Pietro