Sono state condivise ieri in Prefettura, con i vertici politici della Regione Piemonte e il mondo imprenditoriale, le fasi finali di stesura del vademecum con le linee guida da applicare per l’avvio della cosiddetta Fase 2, quella della riapertura delle attivita’ produttive. E’ frutto del lavoro di una task force di esperti tecnico-scientifici delle universita’ piemontesi e di altre universita’ e centri di ricerca, coordinati dal Politecnico di Torino. “Una volta ultimato, nei prossimi giorni, con il Politecnico invieremo questo documento al premier Conte mettendo a disposizione del nostro Paese il lavoro di studio elaborato in Piemonte e che testeremo su un campione di realta’ del territorio che si sono gia’ rese disponibili – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Abbiamo bisogno che le nostre imprese ripartano, ma e’ fondamentale che lo facciano in sicurezza perche’ non si vanifichino tutti gli sforzi messi in campo finora. Questo vademecum sara’ uno strumento utile, scientificamente testato dal Politecnico e dai nostri atenei, per dare supporto concreto ai nostri imprenditori e far si’ che si possa ripartire, ma in sicurezza”. Le numerose linee guida delineate dai gruppi di lavoro daranno indicazioni precise su come gestire la riapertura. Ad esempio, saranno fornite istruzioni su come gestire ingressi, turni e spazi: dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali, all’organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all’adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo (telecamere IR, telecamere, “intelligenti”) nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre. Un punto chiave sara’ l’utilizzo corretto di metodi semplici ed estendibili a tutte le realta’ aziendali: i dispositivi di prevenzione del contagio, in primis le mascherine, la garanzia del distanziamento, l’igiene e la sanificazione dei luoghi.
Anche l’utilizzo delle tecnologie dovra’ essere potenziato, in modo coerente e tarato sullo sviluppo tecnologico di ciascuna realta’ aziendale. Le tecnologie suggerite vanno dall’impiego di diari online per il tracciamento a metodi di screening diagnostico rapidi, economici e applicabili in larga scala (es. temperatura con visori IR durante l’intera giornata lavorativa, app di autovalutazione dei sintomi, telediagnosi, ecc.), da attivita’ di formazione online fino alle app per evitare di recarsi in luoghi nei quali gia’ ci sono assembramenti, a sistemi di simulazione degli spazi e dei flussi, fino all’utilizzo della realta’ virtuale per la formazione e il lavoro. Tutte le tecnologie suggerite saranno tecnicamente ed economicamente praticabili da tutti, le grandi come le piccole imprese. Le linee guida definite nel rapporto saranno applicate in alcune aziende e realta’ culturali che si sono gia’ candidate per la sperimentazione, e che saranno seguite dalla task force per garantire misure adatte alla riapertura. Per avviare questa fase, e’ necessaria un’analisi attenta dei fabbisogni di dispositivi e strumentazioni dei quali sara’ necessario che aziende e realta’ produttive si dotino. A titolo di esempio, l’indagine definisce che, per coprire il fabbisogno delle imprese piemontesi, serviranno ogni mese 80 milioni di mascherine, 750 metri cubi di igienizzante mani, 38 milioni di guanti e 21.000 cuffie; per garantire la rilevazione della temperatura in ingresso, invece, saranno necessari 175.000 termometri. Per avere una stima del fabbisogno a livello italiano, bisogna moltiplicare questi dati all’incirca per 12 volte. “La riapertura sara’ un elemento chiave per la competitivita’ delle aziende italiane, se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese, ma siamo altrettanto convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia irrinunciabile. Per questo ci siamo messi, con le altre universita’ del territorio, a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, perche’ la ripartenza sia progettata al piu’ presto e nella piena sicurezza deli lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili”, spiega il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco.