“Non siamo messi male come in Francia e Spagna ma così non va bene. Dobbiamo continuare la sorveglianza attiva, è fondamentale per tenerci fuori dai guai. Bisogna aumentare il numero dei tamponi sui casi sospetti. Non si capisce perché ne facciamo circa il 60% rispetto a Francia e Germania. Dopo tutto questo tempo non è possibile che sia ancora così complicato ottenere un test purchessia, un problema ormai proverbiale in particolare in Lombardia”. Così a La Repubblica Massimo Galli, professore di malattie infettive. “Sì, i viaggi si stanno dimostrando forieri di problemi. Non voglio fare quello che ce l’ha con i giovani ma certi episodi mi colpiscono. Ad esempio quello quello dei 9 ragazzi di Como tornati dalla Croazia. Comunque ogni giorno ci sono segnalazioni di quel tipo. Detto questo, non credo che siano solo i rientri a far crescere i numeri. Non distraiamoci pensando solo a chi ha viaggiato, teniamo l’attenzione anche su quello che succede da noi. Il virus circola ancora. E molte infezioni sono recenti”, ha aggiunto.
“Aprire le scuola è ritenuto un bisogno primario e va bene. Però dobbiamo abituarci a convivere con il virus. Per farlo bene è necessario sorvegliare e nel momento in cui si trova un’infezione, le Asl devono valutare di fermare la classe. Siamo sempre alle tre “t”: tracciare, testare e trattare. Nel frattempo spero arrivino novità interessanti – ha aggiunto – Ad esempio i nuovi tamponi rapidi, del tipo di quelli usati a Fiumicino. Con quegli esami tutto sarà più veloce e meno gravoso per le Regioni”.