Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nel corso della lettura del bollettino quotidiano, al termine della riunione sullÕemergenza coronavirus in videoconferenza con le regioni a Roma, 9 marzo 2020. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Coronavirus: I guariti sono 15.729, 1.109 più di ieri. Iss: ‘Siamo al picco’

Sono 15.729 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 1.109 in più di ieri. Il dato è stato reso noto dalla Protezione Civile. Ieri l’aumento dei guone guariti era stato di 1.590.

Per fare indagini di popolazione ampie “servono test più rapidi per la ricerca degli anticorpi. Stiamo pensando di fare questo tipo di indagine e stiamo mettendo a punto le tecnologie per poterlo fare” ha detto il presidente Brusaferro. L’indice di trasmissione del nuovo coronavirus, il cosiddetto R con zero, “è vicino all’uno (ovvero un positivo ha la potenzialità di infettare una persona) ma dobbiamo arrivare sotto il valore uno”. Lo ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro alla conferenza stampa epidemiologica presso l’Istituto. “Dobbiamo mantenere tale indice sotto l’uno, intorno allo 0,5, con misure efficaci”. Per raggiungere invece il valore zero contagi, ha detto, “ci vorranno mesi”. “L’indice di trasmissione del nuovo coronavirus, il cosiddetto R con zero, “è vicino all’uno (ovvero un positivo ha la potenzialità di infettare una persona) ma dobbiamo arrivare sotto il valore uno”. Lo ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro alla conferenza stampa epidemiologica presso l’Istituto. “Dobbiamo mantenere tale indice sotto l’uno, intorno allo 0,5, con misure efficaci”. Per raggiungere invece il valore zero contagi, ha detto, “ci vorranno mesi”.

 “Purtroppo l’Iss ha detto che la prima riunione per valutare questa mascherina è stata rinviata alla settimana ventura. Da lì inizia questo iter che mi auguro possa essere reso rapido. Io credo che non si debba dire ‘diamo una risposta tra qualche settimana’ pensando di farci un piacere, ma che si dovrebbe dire ‘vi diamo una risposta tra qualche ora’”. Lo ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana in un passaggio del suo intervento in Consiglio regionale, tornando sull’attesa per la certificazione dell’Iss a un’azienda lombarda in grado di produrre 900mila mascherine al giorno. “A meno che non si siano ancora resi conto che siamo in un periodo di emergenza, visto che comunque le mascherine nessuno ce le dà. Almeno ci diano l’autorizzazione a produrle”, ha aggiunto Fontana. Risponde il presidente Fontana: “Siamo pronti: appena abbiamo i risultati sulle prove tecniche di capacità di filtraggio delle mascherine possiamo renderle immediatamente autorizzate. Abbiamo fatto oltre 80 autorizzazioni a produrre in attesa che quanto prima ci vengano portate le prove tecniche di capacita di filtraggio dei microrganismi, nel momento in cui le riceviamo entro un’ora possiamo rilasciare le autorizzazioni, ma nel frattempo il produttore può produrle”.

 I soccorritori di ritorno dalle zone rosse trattati come ‘untori’, minacciati di licenziamento o di ritorsioni dai vicini. La denuncia arriva da Francesco Rocca, presidente della Croce rossa italiana, che parla di “stigma intollerabile, assurdo e a dir poco autolesionista”. “Per fortuna – aggiunge Rocca – è la netta minoranza quella dell’insulto e della paura rispetto a un’Italia migliore. E’ necessario, tuttavia, fare sentire doppiamente il nostro grazie a questi straordinari esempi di Umanità in azione”.

Il punto del commissario Arcuri – L’Italia ha acquistato 300 milioni di mascherine e i dispositivi “arriveranno progressivamente nei magazzini della protezione civile e verranno distribuiti con il criterio che abbiamo concordato con la totalità delle regioni, anche per garantirci assoluta trasparenza ed evitare asimmetrie”. Lo ha detto il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa sottolineando che con questi numeri è stata “consolidata una sufficiente quantità di dispositivi”. Inoltre, ha aggiunto Arcuri, ieri è stata consegnata una “quantità sufficiente di mascherine all’ordine dei medici”. ” Pensiamo – ha concluso – che anche loro devono essere dotati di una sorta di ‘magazzino di scorta’, in modo da poter sopperire o aggiungere dotazioni che vanno direttamente a loro”. “Abbiamo fatto molti passi avanti nella produzione nazionale di mascherine in una settimana. Le prime 25 aziende della filiera della moda da ieri producono 200 mila mascherine chirurgiche al giorno. Hanno un piano per andare a 500 mila al giorno la prossima settimana e a 700 mila quella successiva; le aziende del settore dell’igiene personale da ieri fanno 250 mila mascherine al giorno, arriveranno a 400 mila la prossima settimana, a 750 mila quella successiva”. “Stiamo inviando dispositivi soprattutto al centro-nord, ma pensiamo anche alle regioni del sud. Cerchiamo di mantenere queste due leve. Negli ultimi 3 giorni abbiamo distribuito 290 ventilatori alle regioni, nei prossimi 3 giorni contiamo di distribuirne altri 599, il 40% di quanto distribuito finora. A ieri abbiamo distribuito 1.237 ventilatori polmonari. Con forniture così massicce andiamo anche verso sud, che dobbiamo assolutamente evitare si trovi in condizioni simili a quelle delle regioni del centro-nord più colpite dal coronavirus”. “Sono dotazioni massicce, ma ancora non riusciamo a raggiungere tutti i target: spero che la prossima settimana anche i farmacisti verranno riforniti di dispositivi di protezione” precisa Arcuri.

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