Coronavirus, il Centrodestra propone un piano da 30 miliardi

E’ stato presentato al Senato il piano del Centrodestra per cercare di contrastare gli effetti del coronavirus. In una conferenza stampa congiunta la coalizione ha chiesto un incontro al Governo  per spiegare nel dettaglio le proprie proposte.

Il punto di partenza – ha spiegato ai giornalisti Matteo Salvini – è un piano da 30 miliardi. Chiediamo di spendere l’equivalente di tutto l’avanzo primario dello scorso anno, 1,7 miliardi di euro, L’indebitamento salirebbe al 4%, per questo serve il governo italiano e l’Europa. Dico anche il governo perché a me è sembrato schizofrenico. Si dice che è un emergenza ma si investono 7,5 miliardi, che sono meno di quello che spendiamo per il reddito di cittadinanza. E gli ultimatum non mancano: “Siamo pronti ad andare dal presidente Mattarella se le nostre proposte non saranno ascoltate. Noi ci aspettiamo un percorso comune perché non ci limitiamo a fare da postini. I voti in aula? Ci comporteremo di conseguenza, fino a questo momento ci hanno escluso. Sul rinvio del referendum io un colpo di telefono lo avrei fatto. Speriamo di collaborare e poi vedremo“.

 Anche da Giorgia Meloni arriva l’apertura ad una collaborazione con la maggioranza: “Stiamo aspettando una convocazione da parte del governo Conte. Ci aspettiamo un percorso comune e non un nuovo invito a mandare le proposte via mail“. “Il Centrodestra – ha concluso Tajani citato dal sito di Repubbica – è unito ed è qui per assumersi la responsabilità di fronte al Paese. Noi siamo qui con grande serietà per mettere a disposizione del popolo italiano le nostre proposte contro una crisi forse peggiore di quella della Lehman Brothers“.

Ieri sera il premier  ha annunciato in conferenza stampa in pratica a reti unificate che  le regole che valevano per il nord devono essere rispettate in tutta Italia.

Si comprenderanno meglio  le evidenze scientifiche che hanno determinato un provvedimento che è clamoroso. Probabilmente hanno influito i numeri di ieri e le analisi di prospettiva, i danni che il coronavirus può ancora provocare se non si attuano misure più drastiche. A quest’ora è difficile esprimere valutazioni se non si conoscono appieno tutte le restrizioni che subiremo. C’è ancora confusione, come nota Giorgia Meloni.  Ci chiediamo come saranno attuate – ad esempio – nei centri più grandi. A partire dai capoluoghi di regione: come si controllerà quella libertà di movimento che finisce e speriamo per via temporanea. Quanto durerà tutto questo? C’è chi dice che basteranno un paio di settimane per placare la furia del morbo. Altri sono ancora più pessimisti.

Lo scorso anno si è registrato un avanzo primario di 30 miliardi, pari all’1,7 per cento del Pil hanno ricordato in conferenza stampa giorni fa Meloni, Salvini e Tajani.  L’Italia deve alzare la testa con orgoglio. Deve poter finanziare in maniera straordinaria e poi strutturale la sua sanità. Deve salvare chi si ammala, non vogliamo un enorme cimitero. Avanti quindi, come sistema Paese, pur essendo consapevoli – da questa parte della trincea – di avere la sensazione dell’assenza di una leadership politica all’altezza del tempo che viviamo. Conte sembra in balia delle indicazioni scientifiche che per carità vanno osservate. Ma ci chiediamo perché non abbia preso l’iniziativa da subito del coinvolgimento dell’opposizione. L’Italia ha il dovere di mostrarsi unita. Ma per primo deve dimostrarlo proprio chi guida la Nazione da Palazzo Chigi.

Arianna Manzi

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