La Lombardia è stata la regione più colpita dal coronavirus e il racconto di un’infermiera in servizio al San Paolo di Milano ai microfoni di Fanpage.it conferma questa emergenza. “Non ho mai sentito nulla del genere in 30 anni di professione – ha raccontato la donna – corriamo ogni giorno per cercare di salvare la vita ai pazienti. L’allarme dell’ossigeno suona sempre e noi dobbiamo essere pronti ad intervenire“.
Esperienza che sarà ricordata per sempre dalle infermiere che sono in prima linea per affrontare questa emergenza: “Nella mia vita da infermiera, ho pianto una sola volta a 18 anni e qualche volta quando sono mancati pazienti di lungo corso. Ora, invece, piangiamo tutti i giorni, soprattutto quando bisogna scrivere non candidato alla rianimazione“. Ma c’è spazio anche per guardare al futuro: “Una volta finita questa emergenza mi piacerebbe andare al mare e dimenticare tutto. Mi piacerebbe che dopo tutto questo ci saranno dei nuovi presidi per proteggerci in reparto. Mi piacerebbe avere uno stipendio un po’ più alto. Non prendiamo una cifra congrua rispetto alle responsabilità che abbiamo“.
Una situazione di emergenza che coinvolte non solo medici e infermieri ma tutto il nostro Paese. E dai virologi, come Roberto Burioni, arriva l’invito a rispettare le direttive del Governo: “Se seguiamo le indicazioni date, con l’impegno di tutti già tra dieci giorni dobbiamo vedere i primi risultati. Dobbiamo restare chiusi in casa per sconfiggere questo virus che è un vero e proprio dittatore“. “Dobbiamo fare di tutto – ha concluso il professore ai microfoni di Fanpage – per fermare il virus altrimenti il nostro sistema sanitario non sarà in grado di curare tutti i malati. L’Oms ha dichiarato pandemia ma sta a noi mettere in sicurezza l’intero Paese“.