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Emergenza coronavirus, funzionano le restrizioni del governo? La sensazione, o meglio la certezza, è che per fare un bilancio della situazione bisognerà attendere almeno fino alla fine del mese di marzo. Se non i primi giorni di aprile.
Ad oggi siamo solo nell’ambito delle ipotesi. Possiamo studiare il modello cinese per avere un termine di paragone. Le autorità sanitarie cinesi cono convinte che il peggio sia ormai alle spalle anche e soprattutto grazie alle misure restrittive adottate dal governo, arrivato al limite della democrazia. O meglio, difficilmente un governo occidentale può arrivare ad adottare misure stringenti come quelle adottate dalle autorità cinesi. I numeri a disposizione mostrano che dopo la chiusura delle città-focolaio, la curva dei casi reali ha fatto registrare una flessione significativa già dopo quarantotto ore. Lo stato di emergenza però non è rientrato con la stessa velocità perché intanto sono emersi i soggetti che avevano contratto il virus nelle due settimane precedenti.
Per quanto riguarda la situazione in Italia bisognerà attendere ancora qualche giorno prima di poter fare un’analisi approfondita e credibile della curva dei contagi. Facendo riferimento ai dati a disposizione, possiamo sbilanciarci nel dire che all’adozione di misure restrittive segue una diminuzione dei casi di contagio. Ma nel nostro Paese la situazione potrebbe non essere così lineare. Questo perché anche dopo le restrizioni del governo migliaia di persone hanno continuato a muoversi sul territorio nazionale viaggiando da Nord a Sud senza controlli. Questo potrebbe aver portato a un aumento dei casi nelle regioni meridionali, quindi lontano dai focolai individuati. Gli effetti dell’esodo saranno chiari entro le prossime due settimane, ossia il tempo di incubazione del coronavirus.
