Coronavirus in Italia, il piano ‘segreto’ per la gestione dell’emergenza: troppo drammatico per essere divulgato

Coronavirus, il piano segreto dell’Italia. Parlando ai microfoni de il Corriere della Sera, Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria, ha respinto le accuse mosse al governo, ritenuto da molti responsabile di nona aver reagito in maniera adeguata all’emergenza. Certo, con il senno di poi alcune decisioni non si sono dimostrate efficaci come previsto, ma già dal mese di gennaio in Italia c’era un piano secretato per la gestione dell’epidemia.

 Il mancato lockdown iniziale e l’importanza delle zone rosse “Con il senno di poi, sarebbe stato meglio un lockdown immediato. Ma allora c’erano solo i due cittadini cinesi e si è deciso di assumere scelte proporzionate. Attenzione, però. Come ha certificato l’Imperial College, se il governo non avesse adottato le zone rosse e le altre misure di contenimento l’Italia avrebbe avuto tra i 600 mila e gli 800 mila morti“, ha ammesso Urbani nel colloquio con il CorSera.

 Parlando della reazione del governo, Urbani ha raccontato che già “dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio“. Nel piano in questione erano previsti tre possibili scenari per la gestione della crisi in Italia, uno dei quali troppo drammatico per essere divulgato. Il piano in questione avrebbe inevitabilmente scatenato il panico tra la popolazione e avrebbe reso difficilissima la gestione dell’emergenza.

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