Una serie di scioperi nelle aziende sono in programma nelle prossime ore dopo la firma del nuovo decreto che prevede delle misure meno drastiche di quelle annunciate in conferenza stampa. I primi ad incrociare le braccia sono stati i dipendenti di Leonardo, Ge Avio, Fata, Logistici System, Lgs, Vitrociset, Mbda, Dema, Cam e Dar. Ma, nella giornata di mercoledì 25 marzo 2020, si fermeranno anche i metalmeccanici come confermato dal segretario Bentivogli: “La decisione è stata presa perché si consideri la Lombardia una regione dove sono necessarie misure più restrittive sulle attività da lasciare aperte“.
I sindacati non hanno intenzione di fare un passo indietro anche se Confindustria non cambia la propria posizione: “Onestamente – ha ammesso il presidente Vincenzo Boccia ai microfoni di Circo Massimo – non capisco lo sciopero generale. Le chiusure delle aziende sono addirittura più restrittive di quello che il Governo aveva indicato nella giornata di sabato. Più di questo non so cosa si doveva fare“.
Dialogo è la parola d’ordine del Partito Democratico che chiede al premier Conte di mantenere in piedi il dialogo con i sindacati. “A questi ultimi – ha detto Andrea Orlando ai microfoni di Rai News 24 – chiediamo pieno senso di responsabilità e al presidente del Consiglio di mantenere aperto il confronto“. E sulle misure il numero 2 del Nazareno precisa: “I servizi essenziali devono rimanere aperti. Ma siamo disposti a correggere il decreto se sono state inserite aziende che in questo momento possono restare chiuse“. Nessuna chiusura, quindi, dai democratici che si sono detti pronti a modificare il dpcm nelle prossime ore.