La Regione Piemonte ha reso noti i dati del monitoraggio di operatori e ospiti delle Residenze per anziani – in tutto 750, di cui 366 Rsa – sugli effetti del coronavirus. Nell’ultima settimana i tamponi sono piu’ che triplicati nell’ultima settimana, passando dai 4.085 del 7 aprile ai 13.940 del 14 aprile (sul totale di 74.060 tamponi realizzati a quella data sulla popolazione piemontese). Di questi, 3.610 sono risultati positivi, 5.753 negativi e 4.577 sono in attesa dell’esito. Sui tamponi effettuati alla data dell’8 aprile, gli ospiti delle Rsa risultati positivi sono il 40%, il personale il 30%. Al 31 marzo nelle Rsa vi sono stati 407 morti in piu’ del primo trimestre 2019, di cui 248 risultati positivi al Covid-19. La delibera della Giunta regionale n. 4 del 20 marzo (sulla “Sostituzione del personale nelle strutture residenziali e semiresidenziali socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in emergenza Covid-19”) ha permesso l’assunzione di 755 nuovi operatori, di cui 645 con mansioni assistenziali e 110 in qualita’ di personale infermieristico. L’attuale emergenza ha poi evidenziato la necessita’ di potenziare l’assistenza infermieristica ai pazienti. L’Unita’ di crisi ha quindi predisposto, il 7 aprile, una circolare straordinaria per far fronte alle carenze riscontrate nelle strutture residenziali socio-sanitarie. Le Asl del Piemonte hanno cosi’ incrementato l’assistenza infermieristica domiciliare, per i prossimi quattro mesi, in misura minima di almeno un operatore ogni 20mila abitanti. Tale misura, che ha messo a disposizione delle Rsa piemontesi decine di infermieri, ha evitato la sospensione dei servizi infermieristici in alcune strutture.
L’assessore al Welfare, Chiara Caucino, ha sottolineato l’efficacia delle azioni condotte finora dall’Area funzionale Rsa rispetto alle criticita’ riscontrate presso le strutture, in particolare sull’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, sull’incremento dei tamponi effettuati e sulla sostituzione del personale assente. Tutte le Asl piemontesi hanno poi recepito le indicazioni della circolare del 3 marzo scorso dell’Unita’ di crisi, in cui veniva richiesta l’attivazione di nuclei di vigilanza. “L’attenzione alla situazione delle case di riposo – osserva l’assessore regionale alla Sanita’ del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – e’ documentata fin dal primo atto dell’Unita’ di crisi del 23 febbraio nel quale gia’ si raccomandava ai gestori delle strutture di limitare l’accesso dei visitatori e di attenersi alle misure di prevenzione previste dalle disposizioni ministeriali, che la maggior parte delle strutture ha applicato. In qualche caso, nonostante le misure, si sono verificati contagi. Oggi abbiamo piu’ task force e Usca nelle aziende sanitarie locali dedicate all’emergenza delle case di riposo, oltre a quasi 800 infermieri e operatori socio sanitari assunti per soccorrere le case di riposo rimaste sguarnite di personale a causa del contagio. Sui test sierologici abbiamo avviato la sperimentazione ed ora aspettiamo le indicazioni del Ministero della Salute per procedere secondo le linee che verranno individuate dalle autorita’ sanitarie”.