Coronavirus non ferma il Mes, voto Ue anticipato a marzo. La denuncia

Con i due contagi denunciati a Cipro, il Coronavirus è in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Ma l’emergenza non sembra cambiare le priorità delle istituzioni comunitarie, che hanno calendarizzato, imprimendo una intempestiva accelerazione, l’approvazione finale del Mes (Meccanismo europeo di stabilità) per il prossimo 16 marzo.

Nelle scorse settimane, è proseguito il lavoro tecnico che deve chiudere tutte le questioni legali ancora aperte. L’Eurogruppo dovrà decidere, all’unanimità, se il lavoro è terminato oppure se rinviare ancora. Se i ministri daranno l’ok, saranno poi i rappresentanti dei Governi a firmare il nuovo Trattato in una riunione successiva, e poi potrà partire il processo di ratifica dei Parlamento nazionali che dovrebbe prendere circa un anno.

Contro il cronoprogramma si sono scagliati i 5 stelle e l’opposizione leghista.

Il M5s
“Il prossimo Eurogruppo sul MES va rinviato. L’emergenza COVID19 cambia qualsiasi priorità in Europa e non consente che impegni di così grande portata come il MES siano cambiati in modo sbrigativo mentre il quadro di riferimento muta assai più rapidamente e con un forte potenziale di instabilità. Affrontare e superare l’emergenza è un compito politico prioritario e vitale per tutti gli Stati.
Il minimo che si possa fare è che su una questione così spinosa – su cui il parlamento e il MoVimento 5 Stelle hanno posto precise condizioni – ci sia un saggio rinvio. Non ci convincevano già i tentativi precedenti che volevano riformare il MES senza inserirlo nemmeno in un pacchetto di riforme che includesse l’unione bancaria, non ci convincono tanto meno i tentativi attuali in una fase già molto più insicura.
Poiché sul pacchetto di riforme non ci sono stati passi avanti, nessuno sbilanciamento può giustificarsi in favore del MES”. È quanto affermano in una nota – ripresa dal sitomdell’Ansa – i deputati del MoVimento 5 Stelle Pino Cabras, Andrea Colletti, Iolanda Di Stasio, Yana Ehm, Riccardo Olgiati, Cristian Romaniello, Elisa Siragusa, Simona Suriano, in Commissione Esteri alla Camera.

La Lega
“La prima emergenza del Mes non è di natura finanziaria ma democratica. La decisione presa dal Consiglio Ecofin dopo lo scoppio dell’epidemia, di anticipare la firma della riforma da aprile a marzo, è inquietante, anche perché non è giustificata da alcuna reale urgenza, visto che il Trattato è comunque operativo. Nei fatti così si escludono dal circuito decisionale i Parlamenti nazionali, fortemente limitati dalla emergenza sanitaria, in totale disprezzo dello spirito e della lettera dei Trattati. Ricordiamo che il Governo italiano, a due riprese, si era impegnato formalmente a far esprimere il Parlamento sul testo di questa importante riforma. Per il bene di tutti i cittadini italiani che sono già in una situazione di grande sofferenza ci auguriamo che il Governo, e in particolare il ministro Gualtieri, esiga nelle sedi europee una moratoria sulla conclusione di questo e di tutti gli altri accordi in discussione. Va scongiurato, nell’interesse stesso dell’Europa, il sospetto che qualcuno intenda approfittare dello stato di emergenza per prendere a proprio vantaggio decisioni di per sé non urgenti in un momento in cui le priorità sono di ben altra natura”.

Così – sempre dal sito Ansa – gli economisti della Lega Alberto Bagnai, Massimo Bitonci, Claudio Borghi, Claudio Durigon, Dario Galli, Massimo Garavaglia, Alberto Gusmeroli e Armando Siri.

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