Anthony Fauci, director of the National Institute of Allergy and Infectious Diseases, adjusts a face covering during the United States Senate's Health, Education, Labor and Pensions (HELP) Committee hearing on Capitol Hill in Washington, DC, USA, 30 June 2020. Government health officials updated senators on how to safely get back to school and the workplace during the ongoing pandemic of the COVID-19 disease caused by the SARS-CoV-2 coronavirus. ANSA/Al Drago / POOL

Coronavirus, perché aumentano sempre di più gli asintomatici

Dai disturbi più conosciuti (come i problemi respiratori, la tosse e la perdita dell’olfatto) fino a quelli meno noti (come il singhiozzo) o più gravi (come segni di gravi complicanze neurologiche), i sintomi associati al Covid sono abbastanza diversi e a volte bizzarri. Tra i casi che più stanno incuriosendo, però, meritano di essere citati gli asintomatici, ovvero le persone che – pur risultando positive al Coronavirus – non presentano alcun sintomo. Negli ultimi tempi, dati alla mano, questi sembrano addirittura essere aumentati, ma c’è un motivo dietro a questo numero sempre più crescente?

Anche se i pazienti asintomatici   riescono a riprendersi in maniera più veloce, spesso non dovendo nemmeno fare i conti con le complicazioni associate al Covid, molti studi continuano a sottolineare come proprio questi soggetti – ad oggi – siano un pericolo da un punto di vista sanitario. I portatori asintomatici del virus rappresentano un fattore di rischio elevato nella diffusione del virus, questo perché – prima di tutto – è difficile identificarli.

Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti dall’Università dell’Arizona, il  SARS-COV-2, ovvero virus responsabile dell’infezione da Covid, negli esseri umani potrebbe effettivamente avere un impatto su alcune cellule del loro corpo, tanto da alleviare il dolore e sparire ogni tipo di sintomo/disturbo. Paradossalmente, secondo questa nuova ricerca, gli asintomatici si sentono bene, in forma, specialmente nelle prime fasi. Questi pazienti, pertanto, non notano alcun  cambiamento nel loro corpo e, di conseguenza, continuano a svolgere la propria vita regolarmente, motivo per cui possono diventare i principali portatori del virus (anche se inconsapevolmente). Come se non bastasse, va anche detto che i primi giorni di infezione sono considerati anche i più contagiosi, poiché è il periodo in cui l’asintomatico presenta la maggior carica virale.

Lo studio, che sarà presto pubblicato sulla rivista PAIN (International Association for the Study of Pain) spiega come, nella prima fase di contagio (quando cioè non si manifestano i sintomi), il dolore viene in qualche modo soppresso e – quindi – questo senso di sollievo diminuisce le preoccupazioni e spinge le persone a prendere meno precauzioni, contribuendo poi purtroppo alla diffusione del Covid.

Il numero degli asintomatici quindi è in aumento perché – se corredato al numero maggiore di tamponi eseguiti – non fa altro che fare luce su una situazione in cui chi ha contratto il virus non lo sa e continua a diffonderlo.

Sebbene ci siano più studi in corso, il motivo per cui ci sono così tanti pazienti asintomatici sembrerebbe essere associato al modo in cui la proteina spike di SARS-COV-2 sta interagendo con le cellule del recettore del dolore del corpo, silenziandolo. Pertanto, questo problema potrebbe essere risolto neutralizzando la proteina spike del virus.

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