La Costituzione come “bussola” per gestire l’emergenza Coronavirus e la fase successiva. E la “leale collaborazione” tra le istituzioni come principio a cui dare “particolare attenzione” in questo momento ” affinche’ l’azione e le energie di tutta la comunita’ nazionale convergano verso un unico, condiviso obiettivo”.E’ la strada indicata dalla presidente della Consulta Marta in un passaggio della relazione annuale sull’attivita’ della Corte.Una sottolineatura tanto piu’ importante in presenza di fughe in avanti delle Regioni rispetto alle restrizioni del governo.
La relazione si apre con un “pensiero di sentita partecipazione al dolore per la scomparsa di migliaia di nostri concittadini e di sincera gratitudine” per tutti coloro – e il pensiero va in particolare “al personale medico e infermieristico” – che in questo “non facile frangente assicurano i servizi essenziali della Repubblica con competenza, coraggio e generosita’”.Parole molto sentite dalla presidente della Consulta , che e’ stata contagiata ma e’ guarita dal Covid 19. E nella parte conclusiva Cartabia torna sul tema.Ricorda che “la nostra Costituzione non contempla un diritto speciale per lo stato di emergenza” e che la nostra Repubblica ha attraversato varie situazioni di crisi, a partire dagli anni della lotta armata, “senza mai sospendere l’ordine costituzionale”, ma modulando i principi sui criteri di “necessita’, proporzionalita’, bilanciamento, giustiziabilita’ e temporaneita’” .E oggi “l’intera Repubblica e tutte le sue Istituzioni – politiche e giurisdizionali, statali, regionali, locali – stanno indefessamente lavorando nella cornice europea per il comune obiettivo di servire al meglio le esigenze dei singoli cittadini e dell’intera comunita’”. Devono continuare ad agire nello spirito indicato dal Capo dello Stato, che – ricorda Cartabia – ha chiesto “coinvolgimento, condivisione, concordia, unita’ di intenti”: nelle Istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della societa’, nei mezzi di informazione.Una strada che dev’essere assolutamente perseguita perche’ “i momenti di emergenza richiedono un sovrappiu’ di responsabilita’ ad ogni autorita’ e in particolare agli operatori dell’informazione, che svolgono un ruolo decisivo per la vita sociale e democratica”.