Coronavirus, Renzi insiste: “Italia riparta o rischiamo carneficina occupazionale”

Come anticipato, l’Italia si ferma fino a dopo Pasqua che quest’anno si arrende al coronavirus: niente pranzo allargato di famiglia e, ovviamente, addio alla classica gita fuori porta il giorno di Pasquetta. La notizia era nell’aria ormai da giorni ma la conferma è arrivata dalle parole del Ministro della Salute Roberto Speranza, che durante l’informativa in Senato sulla situazione dell’emergenza coronavirus, ha ufficializzato il prolungamento delle misure restrittive adottate dal governo per contenere la diffusione dell’epidemia. “I dati migliorano ma sarebbe un errore cadere in facili ottimismi. L’allarme non è cessato e per questo è importante mantenere fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni economiche e sociali e degli spostamenti individuali”.

E anche se la parola d’ordine è ancora cautela, Matteo Renzi – che già nei giorni scorsi aveva fatto sentire la sua voce fuori dal coro attirando critiche di esperti e colleghi – torna alla carica.

“A ecatombe sanitaria seguirà carneficina occupazionale nei prossimi mesi” Così il leader di Italia Viva, durante il suo intervento dopo l’informativa in Senato del ministro Speranza.

Una posizione, quella dell’ex premier, in assoluta controtendenza che ha fatto discutere non poco, ennesima dimostrazione, tra l’altro, che ha deciso di muoversi in una direzione opposta a quella del Governo . “Dobbiamo essere molto seri: l’emergenza Covid non finisce domattina e nemmeno tra tre mesi, ce lo portiamo avanti per un paio d’anni ma dovremo farlo in modo diverso: riaprire non significa sottovalutare l’emergenza sanitaria è chi non se ne preoccupa che la sta sottovalutando perchè dovremo convivere con il virus. Nei prossimi 18 mesi ci sarà bisogno di gestire con attenzione chi non ha ancora contratto il virus, servirà la capacità di gestiore dei dati. Tante persone lo hanno avuto in modo asintomatico”, ha detto intervenendo a Radio Anch’io e rilanciando la sua proposta di riaprire le attività in modo graduale.

“Bisogna pensare come uscire, come gestire le mascherine, come gestire il metro di distanza, io sto dicendo riapriamo con intelligenza, gradualità, con la lettura dei dati – insiste il leader di Italia viva – altrimenti ogni settimana buttiamo via 10 miliardi di euro, e se ci sarà il crollo del Pil sarà una carneficina di posti di lavoro, bisogna avere il coraggio di dire che bisogna riaprire, questo è un segno intelligenza di un paese”.

Non manca neppure la stoccatina agli esperti: “Come gestire l’emergenza non può essere affidato solo ai virologi. La riapertura, conclude Renzi, deve essere graduale e prudente ma deve essere strategica per non ripetere errori che ci sono stati. Non facciamo l’errore di dare ai tecnici il potere di decidere quello che tocca alla politica”.

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