Coronavirus: Rezza, 14 giorni cruciali per l’andamento dei casi

I prossimi “14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio da nuovo coronavirus in Italia”. Lo afferma all’ANSA il direttore Dipartimento Malattie infettive dell’Iss Gianni Rezza. “E’ ancora presto per pronunciarsi. Gli effetti delle misure restrittive – sottolinea – non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo. Questi giorni ‘sconteranno’ quanto purtroppo accaduto, poi inizieremo a vedere”.

 Nella giornata in cui si registra la prima vittima del coronavirus Covid-19 in Valle d’Aosta salgono a 18 i casi positivi (più il paziente deceduto). Il dato è stato fornito dall’Unità di crisi. Tra i contagiati, due sono ricoverati all’ospedale Parini di Aosta regionale mentre gli altri 16 sono in isolamento domiciliare. In totale sono stati effettuati nella regione alpina 99 tamponi, dei quali 47 sono in attesa di esito da parte dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Infine sono 213 le persone per le quali i Sindaci hanno predisposto un’ordinanza per “isolamento domiciliare precauzionale”, sotto sorveglianza medica, così i loro familiari e le persone con le quali hanno avuto contatti stretti.

“Purtroppo il numero di persone contagiate aumenta in maniera consistente, stiamo finendo di raccogliere i dati ma ci sono circa 1400-1500 nuove persone contagiate. Se non riusciamo a bloccare questo virus, rischiamo di andare fuori controllo con il nostro sistema sanitario”: lo ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana intervenuto a Italia7Gold.

Il decesso all’ospedale di Cuneo di un uomo di 68 anni, che presentava un quadro definito dai sanitari “compromesso”, porta a 21 il numero dei morti in Piemonte positivi al coronavirus. Lo si apprende da fonti sanitarie regionali. Le persone positive al Coronavirus sono aumentate a 501, 75 ricoverati in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 86. La provincia con il maggior numero di casi, 159, è quella di Torino. Seguono Alessandria (105), Asti (68), Biella (36), Novara (27), Vercelli (24), Cuneo (17) e Verbano-Cusio-Ossola (13). I casi positivi provenienti da fuori regione sono 19.

In questo momento sono ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma “88 pazienti. I pazienti Covid-19 positivi sono in totale 73, inclusi i 13 che necessitano di supporto respiratorio. In particolare per alcuni di loro il quadro clinico è stabile o in miglioramento”. È quanto emerge dal bollettino medico di oggi. I pazienti in osservazione – prosegue il bollettino – sono 15. I pazienti dimessi, che hanno superato la fase clinica e che sono negativi per la ricerca del nuovo coronavirus sono 295. E’ quanto emerge dal bollettino medico di oggi dello Spallanzani. “In giornata – prosegue il bollettino – sono previste ulteriori dimissioni di pazienti già negativi al primo test e comunque asintomatici”.

Il picco del contagio da coronavirus in Puglia potrebbe essere raggiunto tra fine marzo e gli inizi di aprile, l’obiettivo è contenere a circa duemila le persone ammalate, di queste mille dovrebbero avere solo sintomi lievi. Il 15% dei restanti mille pazienti, invece, necessiterà di ricovero in terapia intensiva. E’ questo lo scenario che per ora viene ipotizzato dalla task force regionale pugliese, secondo la quale se i numeri fossero confermati il sistema sanitario pugliese reggerebbe l’urto. Per questo task force, Asl e ospedali sono impegnati a contenere quanto più possibile le infezioni, intervenendo rapidamente sulla catena dei contagi. “Ci stiamo preparando a sostenere l’attacco”, ha scritto la notte scorsa il governatore Michele Emiliano sulla sua pagina Facebook. “Stiamo preparandoci – prosegue – a sostenere il peso di migliaia di contagi sperando di non arrivare mai a questi numeri. Stiamo chiedendo a tutti di rimanere in casa per abbassare il numero dei contagiati e fa rabbia alle volte la stupidità di alcuni. I nostri ospedali hanno sospeso tutto ciò che non è urgente e separano i percorsi tra i pazienti ordinari e quelli sospetti di coronavirus”. “Si contano mascherine, occhiali e tute – dice – avendo attenzione a non sprecarli perché serviranno nella bolgia della battaglia che sta per scatenarsi. Li abbiamo commissionati alle fabbriche che li costruiscono e speriamo che ce li consegnino per tempo. Il nemico sta per arrivare, si rivelerà all’improvviso, attraverso piccoli malesseri che non ci avevano prima mai spaventato. Ma adesso basta qualche linea di febbre e un po’ di difficoltà respiratoria a preoccuparci”.

 

 

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