La data di inizio della ripresa “dopo Pasqua solo se calano i contagi” ma “bisognerà convivere con il virus e con il distanziamento sociale fino al vaccino”. Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, all’appuntamento del sabato su Facebook e You Tube dell’Associazione Luca Coscioni.
“Dovremo investire in educazione, abituarci all’uso delle mascherine, che sono in arrivo. Ne serviranno milioni”, dice Sileri. Finché non sarà disponibile un vaccino, conclude, “è ipotizzabile il verificarsi di nuovi focolai, ma sicuramente saranno più controllabili”.
Altri due medici sono deceduti per l’epidemia di Covid-19. Sono, si apprende dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Paolo Peroni (medico chirurgo specialista in Oftalmologia) e Giandomenico Iannucci (medico di famiglia). Il totale dei decessi sale a 80.
“La nostra battaglia contro il Coronavirus prosegue senza sosta – ha detto il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri – dobbiamo però evitare di cominciare a pensare che stiamo vincendo, che abbiamo costretto l’avversario in un angolo e stiamo per avere il sopravvento: gli indicatori ci dicono solo che stiamo cominciando a contenerne la portata. Ma la sua dimensione seppure non uniforme è ancora rilevante. Bisogna astenersi dal pensare che sia già arrivato il momento di tornare a normalizzare comportamenti”.
“Sui tamponi e i test sierologici abbiamo iniziato una attività di approvvigionamento affinché le regioni possano assistere assiduamente e notevolmente”, ha detto ancora il commissario per l’emergenza Arcuri.
“I posti letto in terapia intensiva, che erano 5.579, ora sono 9.284 e cioè il 79% in più. – ha aggiunto Arcuri – Quelli nei reparti di malattia infettiva e pneumologia che erano 6.198 ora sono 34.320, oltre 4 volte in più, è stato fatto uno sforzo gigantesco. Fino a ieri distribuiti 72,3 milioni di apparecchiature e dispositivi, lunedì scorso il 30 marzo erano 48,8 milioni: in 5 giorni è stato distribuito il 48% di questi strumenti in più. I dpi inviati alle regioni sono 51,8 milioni, lunedì scorso erano 40,6 milioni”.
L’ospedale di terapia intensiva alla Fiera di Milano partirà lunedì con i primi pazienti. Ancora non si sa quanti ne saranno ricoverati esattamente (dipende dalle richieste degli altri ospedali che non hanno più posto), ma saranno disponibili fino a 24 letti. Al momento secondo quanto si apprende, il personale è più che sufficiente, tra i collaboratori del Policlinico (che gestirà l’ospedale) e le persone assunte attraverso i bandi regionali e della Protezione civile.
“La prima mattonella per ricostruire l’edificio dell’Italia è vincere la battaglia sanitaria in corso altrimenti non ci potrà essere una ripartenza di natura economica sul terreno dello sviluppo”, aveva detto in mattinata il ministro della Salute, Roberto Speranza a RaiNews24. “Tutte le energie dello Stato e delle Regioni, di ogni singolo cittadino, devono essere rivolte a vincere questa battaglia sanitaria”.
“Il distanziamento sociale è l’unica arma per ridurre il contagio e dobbiamo insistere su questa strada, l’unica al momento che dà certezze”, ha detto ancora Speranza che ha poi evidenziato l’impegno della ricerca per un vaccino e possibilità di terapie, però, dice Speranza “al momento non ci sono certezze di esiti e non credo che i tempi saranno immediati. Quindi il distanziamento sociale – conclude – è l’unica arma su cui dobbiamo investire”.
Con le misure adottate “l’indice di contagio ha iniziato la discesa, ha detto il ministro della Salute. “L’indice ‘R con zero’ – ha spiegato Speranza – nel mese di febbraio e nei primi di marzo ha sfiorato i 3, quindi ogni persona contagiata ne contagiava altre 3, producendo una moltiplicazione molto significativa. Con l’applicazione delle misure che abbiamo disposto in maniera rigorosa a partire dal 10 di marzo ha iniziato la sua discesa. Ma la battaglia è ancora nel suo pieno”.