Chi guarisce dal Covid-19 sviluppa sempre gli anticorpi protettivi al coronavirus: la conferma è arrivata da uno studio della Chongqing Medical University, pubblicato sulla rivista ‘Nature Medicine’, che ha rilevato nel 100% dei pazienti analizzati (285) la presenza degli anticorpi IgG, cioè quelli prodotti durante la prima infezione e che proteggono a lungo termine.
Ciò significa che il test sierologico può essere utile per diagnosticare i pazienti sospetti, risultati negativi al tampone per il coronavirus, e per identificare quelli asintomatici.
Gianni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità, nel corso della conferenza stampa odierna dell’Iss, ha dichiarato: “È una buona notizia lo studio di Nature che conferma la presenza di anticorpi al SarsCov2″.
Lo stesso Rezza ha però spiegato: “Tuttavia ancora non si sa se tali anticorpi siano protettivi“.
Anche il virologo Roberto Burioni ha commentato la notizia. Su ‘Twitter’ ha scritto: “Buona notizia: seppure in quantità variabili, i pazienti guariti da COVID-19 producono anticorpi contro il virus. Questo è bene perché rende affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immuni”.