Un vaccino contro il Coronavirus potrebbe essere pronto entro la fine dell’anno. La notizia arriva dalla Cina, dove due società affiliate allo stato stanno lavorando per rendere tutto questo possibile, in tempi meno lunghi di quelli previsti, ovvero fine 2020/inizio 2021.
La notizia dell’arrivo di un vaccino contro il Covid-19 entro la fine dell’anno è stata confermata anche dalla Commissione statale cinese per la supervisione dell’amministrazione attiva (la SASAC). Secondo quanto riportato, il Wuhan Institute of Biological Products e il Beijing Institute of Biological Products, hanno già avviato i test di fase II per i vaccini e somministrato le dosi a oltre 2 mila persone.
Secondo la SASAC, se le cose dovesse andare bene e gli esiti dovessero essere positivi, l’Istituto di prodotti biologici di Pechino sarà in grado di produrre a pieno regime tra i 100 milioni e i 120 milioni di dosi di vaccino all’anno.
Non c’è uno stato o un istituto di ricerca non interessato al vaccino anti Coronavirus in questo momento. Tutti i leader politici del mondo sono intenzionati ad averlo e, tra polemiche e prese di posizione che fanno discutere, qualche buona notizia ogni tanto ci lascia ben sperare.
Ad oggi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ci sono stati più di 100 potenziali vaccini contro il Covid-19 e 10 di questi sono stati sottoposti a studi sull’uomo durante l’ultima settimana di maggio.
Intanto, mentre la corsa al vaccino non si arresta, le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina continuano ad aumentare. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha attaccato la Cina più volte, colpevole – secondo lui – di aver diffuso il virus e di aver insabbiato tutto. Trump ha detto anche interromperà i rapporti con l’OMS, accusata di essere sotto il controllo cinese e complice della copertura.
Continuando a buttare benzina sul fuoco, infine, il presidente ha annunciato nuove sanzioni e restrizioni sui visti per i i funzionari in Cina che hanno avuto un ruolo chiave nella nuova legge sulla sicurezza nazionale di Pechino che, stando a quanto affermato dal leader degli Usa, non avrebbe bloccato il virus (ma anzi avrebbe contribuito alla diffusione).
Insomma, dopo due anni di accordi commerciali con la Cina, i rapporti oggi sembrano essere più tesi che mai.