Corrado Augias contro il governo, contro Giorgia Meloni, e contro chi non appartiene alle sue preferenze politiche

Il giornalista Corrado Augias ha duramente attaccato la classe politica rispondendo alle domande di Giovanni Floris durante la trasmissione DiMartedì andata in onda su La 7.

“Si è perduta, per molti politici non per tutti, ma comunque la buona parte, il senso della propria dignità. Il servizio allo Stato deve essere reso, come dice l’articolo 54 della Costituzione, con disciplina e onore”.

“Una volta l’arruolamento della politica era dei giovani migliori. Era un compito giudicato luminoso andare ad aiutare un onorevole o un ministro. Oggi quale giovane di valore va a portare la borsa a un politico?”.

Durante l’intervista, fatta in occasione dell’uscita del suo nuovo libro “La vita s’impara”, Augias ha anche spiegato quale sia a suo parere il motivo della mancanza di profili di alto livello nella politica italiana: “I giovani preferiscono andare a studiare all’estero, a fare i manager, gli ingegneri. Di conseguenza il livello della classe politica si abbassa e diventa troppo basso per resistere alle spinte che ogni politico di ogni epoca ha” ha dichiarato Augias.

“Anche nell’antica Roma, i governatori delle provincie rubavano. Cicerone ci ha scritto delle orazioni. La politica ti mette nelle condizioni di rubare. Non solo in Italia, ovunque. Il freno deve stare nella consapevolezza del ruolo che svolgi”.

“Dovunque si vada a mettere il dito si trova qualcosa. Trenta anni fa ci illudemmo che Tangentopoli avrebbe posto fine a quel sistema. Non è vero, è ricominciato tutto”.

Durante la puntata del 15 ottobre di “Dimartedì” su La7, lo scrittore e giornalista Corrado Augias ha criticato apertamente la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a causa del linguaggio utilizzato in una chat interna a Fratelli d’Italia.

Il termine “infamia”, usato dalla Meloni in quella conversazione, ha scatenato il commento pungente di Augias, che ha spiegato come la parola abbia una connotazione legata al mondo della criminalità organizzata.

Secondo Augias, Meloni non avrebbe compreso il peso di quel termine, suggerendo che ciò dimostrerebbe una “scarsa padronanza della lingua italiana“. Ha aggiunto che la premier “non ha una grande frequenza linguistica“, indicando che questa mancanza può portare a errori nell’uso delle parole.

Augias ha poi ampliato la sua critica, soffermandosi sul livello attuale della classe politica italiana. Ha ricordato come, in un tempo non troppo lontano, la politica italiana fosse dominata da figure di spicco che, nonostante le divergenze tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista, erano unite dal senso di responsabilità verso lo Stato.

Secondo Augias, oggi manca quel senso di coesione e rispetto istituzionale che era alla base della fondazione della Repubblica Italiana.

Questa disgregazione del sistema politico, ha sottolineato Augias, è diventata evidente con l’ascesa di Silvio Berlusconi. Secondo lo scrittore, infatti, il Cavaliere è stato il primo a sminuire apertamente le istituzioni, utilizzando un linguaggio provocatorio nei confronti di magistrati, oppositori politici e sindacati.

Il giornalista ha ricordato gli episodi in cui Berlusconi ha definito “cog****i” gli elettori del Partito Comunista Italiano, un chiaro esempio, a suo dire, del degrado del linguaggio politico: “Buona parte ha perso il senso della dignità”

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