Prima del recente scandalo dei 18 funzionari del MiC nominati temporaneamente dirigenti di altrettante Soprintendenze “per meriti speciali”, si potrebbe dire ironizzando, c’era stato un altro clamoroso scivolone del Ministero di Franceschini (allora MiBACT): la selezione dei 500 collaboratori architetti, archeologi, storici dell’arte ecc., anch’essa senza concorso pubblico ma con sola valutazione di documenti prodotti dal candidato, curriculum escluso. Se ne parlò molto, per le anomalie presenti negli elenchi dei prescelti, che andavano dall’assenza di requisiti ai conflitti d’interesse, e per le innumerevoli esclusioni immotivate. Poi, come sempre accade, la faccenda finì nel dimenticatoio a causa dalle continue fantasmagorie alle quali ci hanno abituati “Dario 3 e la sua band”. Oggi, mentre i 500 ‘fortunati’ completano lo svolgimento dei loro incarichi, non specificati non solo nel bando di selezione (come la normativa, invece, prevede) ma neppure nei contratti fatti poi loro firmare (sic), e in molti fatturano senza avere ancora svolto il lavoro affidatogli (sic), il TAR Lazio si è pronunciato più volte a favore dei ricorrenti: in attesa della decisione di merito, ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dai legali dei professionisti costretti ad adire le vie legali per vedere riconosciuti i loro diritti violati. È notizia di queste ore, anzi, che il Consiglio di Stato ha dato torto al Ministero, respingendo il ricorso contro la sospensiva disposta dal TAR Lazio presentato per conto di quello dall’Avvocato dello Stato, sia nel caso di un singolo professionista sia nel caso di un piccolo gruppo. Specialmente significativo il passaggio seguente: “Ritenuto, quanto al periculum in mora, che in esito alla valutazione comparata delle contrapposte esigenze si apprezza l’opportunità al pronto ripristino della legalità violata, onde evitare il consolidarsi di situazioni illegittime, foriere anche di danno erariale…”. Anche tutti i cittadini italiani apprezzerebbero che la legalità non fosse sistematicamente violata dal Ministero di Franceschini e che la Corte dei Conti non permettesse a “Dario 3 e la sua band” di premeditare e realizzare attività amministrative contro legge e foriere di sprechi di denaro pubblico. Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)
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