Corruzione al Consiglio di Stato: 31 indagati, anche giudici

Una richiesta di proroga d’indagine, notificata nei giorni scorsi, svela parte degli accertamenti della Procura di Roma sulle presunte attività di corruzione in atti giudiziari al Consiglio di Stato. Nei giorni scorsi i magistrati – secondo quanto si è appreso – hanno informato i legali di31 persone, tra queste c’è – così come riportato oggi da alcuni quotidiani – il presidente di sezione di Palazzo Spada, Sergio Santoro; il giudice Nicola Russo; l’ex ministro Francesco Saverio Romano accusato di rivelazione del segreto d’ufficio; l’ex governatore della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo; l’imprenditore Ezio Bigotti e l’avvocato Giuseppe Calafiore. Come si ricorderà sulla complessa inchiesta è al lavoro anche l’autorità giudiziaria di Messina e quella diMilano. La sostanziale collaborazione offerta dall’avvocato Piero Amara ai magistrati dello Stretto. In particolare il legale avrebbe condizionato l’esito dei procedimenti penali aperti dalla Procura di Siracusa riguardo alcuni suoi clienti. In particolare un pubblico ministero, su input di Amara, avrebbe messo su un’indagine, priva diqualunque fondamento, su un presunto e poi rivelatosi falso piano didestabilizzazione di un grande gruppo imprenditoriale dell’energia.

Non va dimenticato che nell’aprile 2017 la Procura di Roma chiese ed ottenne una serie di misure cautelati per ipotesi di associazione a delinquere finalizzata a false fatture. Dagli accertamenti venne fuori che Amara era socio di un ex magistrato del Consiglio di Stato in una società maltese che si occupava di start-up. Approfondendo quel filone gli inquirenti di piazzale Clodio avrebbero chiarito, anche sulle ammissioni rese a Messina dallo stesso Amara, che il giro delle decisioni del Consiglio di Stato è solo un tassello. Il dato che non viene smentito è che tra i 31 attuali indagati diverse potrebbero esser le posizioni per cui sarebbe all’orizzonte una richiesta di archiviazione. Lo scambio di atti tra i diversi uffici giudiziari fa comunque ritenere che a breve possa arrivare qualche decisione. I diversi incidenti probatori che si sono tenuti a Messina con protagonista Amara hanno in ogni caso riportato l’obiettivo sulla giustizia amministrativa. Da quelle parole e verbali colmi di omissis si è arrivati, nei mesi scorsi, al nome di altri indagati, tra cui un ex giudice del Cga siciliano. La chiamata in causa del presidente Santoro sembra però un ultimo strillo prima di una discovery dell’inchiesta nella sua interezza. Santoro è tra i candidati alla carica di presidente aggiunto a Palazzo Spada e proprio domani è fissato il plenum del Consiglio dipresidenza della giustizia amministrativa.

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