La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che la Russia è responsabile dell’assassinio dell’ex spia Aleksandr Litvinenko avvelenato nel 2006 nel Regno Unito. L’ex agente dei servizi di sicurezza russi aveva ricevuto asilo in Gran Bretagna ma poi era stato avvelenato con il polonio. La Corta ha stabilito che “è ragionevole presupporre che, nell’avvelenare Litvinenko, gli assassini abbiano agito come agenti dello Stato russo. Si nota che il governo russo non ha fornito nessun’altra spiegazione degli eventi convincente e soddisfacente in grado di contrastare le conclusioni dell’inchiesta britannica”. L’inchiesta pubblica britannica aveva concluso che l’assassinio era stato portato a termine da persone su commissione di altri.
A ricorrere alla Cedu è stata la moglie di Litvinenko, Marina Litvinenko nota anche come Maria Anna Carter, sostenendo che il marito è stato ucciso da persone che hanno agito per conto del governo russo, o comunque con la connivenza e l’aiuto delle autorità russe, e che queste ultime non hanno condotto un’inchiesta efficace per far luce sui fatti.
“La Corte ritiene in particolare che ci sono elementi di prova sufficienti per poter presumere che Lufovoi e Kovtun, nell’avvelenare Litvinenko, abbiano come agenti della Russia”. “La Corte ha anche rilevato che le autorità russe non hanno portato a termine una inchiesta interna efficace in grado di stabilire i fatti e, dove appropriato, l’identificazione e la punizione, delle persone responsabili dell’assassinio”.