Quanto accaduto lo scorso 26 dicembre a pochi chilometri dallo Stadio San Siro di Milano, a poche ore dal fischio d’inizio di Inter-Napoli è una delle parentesi peggiori del calcio italiano. Una guerra tra bande che poco ha a che fare con il mondo del pallone, o meglio, che nulla dovrebbe avere a che fare con il mondo del pallone. E invece, come sempre accade, i criminali si uniscono ai tifosi e rovinano lo spettacolo, spezzano le vite di giovani padri, di giovani uomini.
Ma cosa è successo a due chilometri dallo stadio San Siro di Milano? La prima notizia allarmante che dovrebbe spingere le autorità e le società calcistiche a una seria riflessione è che non si è trattato di un incidente fortuito. Criminali con addosso i colori di Inter, Varese e addirittura Nizza hanno organizzato un vero e proprio assalto ai tifosi del Napoli, quelli appartenenti al tifo caldo. Guidati da un italiano e un francese, i criminali di casa hanno assaltato i suv che trasportavano i tifosi provenienti da Napoli. Le immagini scattate sui luoghi dello scontro raccontano una battaglia combattuta con martelli, armi da taglio, mazze, chiavi inglesi e quant’altro. Follia allo stato puro. Una follia durata sette minuti.
Stando a quanto emerso fino a questo momento, al termine degli scontri, terminati con diversi feriti e accoltellati, Daniele Belardinelli, soggetto noto alle forze dell’ordine per precedenti da stadio che gli sono valsi più di un Daspo, è rimasto a terra ferito. Investito da un suv nero che si stava allontanando dal luogo della guerriglia.