Ecco come comportarsi in caso d’incontro ravvicinato col temibile pesce ragno o tracina.
Attenzione agli aculei
La tracina, vero nome del pesce ragno, vive nelle acque di tutta Europa, dal Mar Mediterraneo all’Oceano Atlantico orientale. Ha l’abitudine di nuotare a bassa profondità, fra i fondali sabbiosi; questo aumenta il rischio di urtarla involontariamente con le mani e con i piedi. Di per sé, non è un animale aggressivo, ma se spaventato può reagire pungendo coi suoi aculei.
Cosa fare se punti
La puntura avviene tramite una pinna dorsale, sollevata solo in caso di pericolo. La pinna è collegata ad un tessuto spugnoso, che genera un veleno contenente sostanze tossiche, come dracotossina, serotonina e istamina. In caso di puntura, il dolore potrebbe durare ore ed estendersi a tutto l’arto colpito. Ma non solo dolore, gonfiore ed arrossamento: altri sintomi sono nausea, tremore, vomito e febbre.
Dopo aver controllato la zona colpita, spremete in modo delicato per fare fuoriuscire il veleno e per controllare che nessun aculeo sia rimasto sottopelle. Poi, per placare il dolore, immergete la parte colpita in una bacinella d’acqua a temperatura compresa fra i 37 ed i 40 gradi; la tossina iniettata è termolabile e si inattiva proprio col calore intenso.
La terapia da seguire
La terapia da seguire prevede anche l’utilizzo di una pomata al cortisone e di una lozione antibatterica. Importante accertarsi di avere già all’attivo una profilassi antitetanica; in caso contrario, provvedere. Nei casi più gravi, potrebbe manifestarsi anche uno shock anafilattico: difficoltà a respirare, rush cutaneo, sudorazione, tachicardia e stanchezza sospetta? Chiamate tempestivamente il 118! In ogni caso, evitate di affidarvi a rimedi fai da te, esattamente come bisognerebbe evitarli in altri casi (ecco cosa fare per le punture di medusa): per cui, niente urina ed aceto!