Essere vincolati a rispettare gli obiettivi indicati dall’Ue per i conti pubblici e subire uno stretto monitoraggio della loro gestione: questa la prima conseguenza dell’eventuale apertura di una procedura per deficit eccessivo dovuto al debito, come tecnicamente viene definito nel gergo europeo il provvedimento che finora non è mai stato applicato. Ecco le tappe principali della procedura.
– Fase uno. Dopo aver compiuto tutti i passaggi previsti dall’ istruttoria della procedura attraverso scambi di pareri tra la Commissione e il Comitato economico e finanziario, la decisione finale sull’apertura della procedura viene presa dal Consiglio dei ministri delle Finanze che può bocciare la raccomandazione della Commissione solo con un voto a maggioranza qualificata.
– Fase due. Il Paese sotto procedura deve applicare le raccomandazioni di Bruxelles per riportare in linea con le regole Ue deficit e debito entro un massimo di sei mesi attraverso l’adozione di misure già quantificate.
– Fase tre. Nel caso in cui il Paese sotto procedura non dovesse rispettare le richieste Ue, scatterebbe un nuovo giro di raccomandazioni che potrebbe contemplare il pagamento di una multa compresa tra lo 0,2% e lo 0,5 del Pil.
– Fase quattro. Successivamente, nel caso di continua e grave inottemperanza alle richieste Ue, potrebbe scattare anche la sospensione del versamento dei fondi strutturali.