Cosa vuoi fare da grande

Ironico, caustico, divertente, dissacrante e decisamente amaro. Così potremmo definire “Cosa vuoi fare da grande” l’ultimo libro di Angelo Orlando Meloni,  firmato a quattro mani con Ivan Baio,  ospite giovedì 13 novembre del caffè letterario di “SPAZIO al SUD”, la rassegna culturale dell’associazione “Arte & Cultura a Taormina” presieduta da MariaTeresa Papale, condotto dalla giornalista Milena Privitera nei saloni dell’Excelsior Palace Hotel di Taormina. Un romanzo dallo spunto fantascientifico ma dai risvolti sostanzialmente sociologici. Un racconto, in chiave satirica, di pecche e difetti della scuola italiana, delle sue persistenti derive classiste, di riforme, che si susseguono e si contraddicono, trascinando l’asticella della Pubblica Istruzione sempre più giù in un assetto di superficialità e inadeguatezza permanente. Un libro per certi versi ingannatore con quel titolo e quella grafica naïve della copertina che fanno pensare sia destinato ai ragazzini quando, invece, vuol sollecitare la riflessione di un pubblico che nell’accumulare anni, rughe e chili di troppo sia riuscito a diventare anche adulto.  Una storia che ha per protagonisti il “futurometro”, inventato da un frustrato studente di matematica turco, Volkan Kursat Bayraktar, e acquistato dal Ministero italiano della Istruzione, e due ragazzini di terza elementare della scuola Attilio Regolo di Milano, Guido Pennisi e Gianni Serra, scelti per fare da cavia alla prima sperimentazione mondiale della sbalorditiva invenzione, capace di dare una svolta all’economia del Paese. Sì, perché il “futurometro” è un rivoluzionario marchingegno in grado non solo di analizzare capacità ed attitudini di qualsiasi bambino, ma di darne un preciso quadro futuro, idoneo com’è a fornire dettagliate percentuali di successo e/o di fallimento nelle varie attività e professioni. Un’invenzione che rivoluzionerà il sistema educativo italiano aiutando, grazie ai responsi della macchina  “e si sa, le macchine dicono la verità”,  l’istituzione scolastica a selezionare e rinunciare al proprio impegno, risparmiando così notevolmente su costi e investimenti, là dove il futuro dell’alunno fosse catalogato come mediocre o misero. Come, probabilmente, il “futurometro” definirà quello dei due prescelti, Guido, il bulletto, e Gianni, collezionista di Puffi oltreché di caccole in quantità industriale appiccicate sotto il banco: due ragazzini segnati da grandi vuoti familiari, che, seduti assieme, collezionano voti scadenti e vengono snobbati da tutti.  All’insegna, quindi, del “Perché perdere tempo a costruirsi un futuro che probabilmente è quello sbagliato?” si arriva così all’inaugurazione ufficiale del “futurometro”: il test su Guido e Gianni si trasforma in una festa in pompa magna cui sono invitati autorità, genitori, alunni e personale scolastico al completo, in una palestra della scuola decorata da festoni colorati e disposti secondo una sorta di rigido protocollo “cencelliano” dettato dalla direttrice: “…reddito, sangue blu, curia, militanza politica, poltrone, assessorati, sottogovernatori, apparentamenti di primo, secondo grado e financo alla lontana con potentati economici…”. Che dire? Tanti personaggi surreali e calzanti, una sarabanda di situazioni comiche, un fuoco d’artificio di dialoghi grotteschi, un finale letteralmente esplosivo che Orlando Meloni e Baio ci regalano con ritmo sapiente e prosa brillante in “Cosa vuoi fare da grande”. Insieme allo spaccato impietoso di un’Italia cinica e selettiva, con gli adulti ben felici di dismettere il pesante fardello della responsabilità delegando ad una macchina l’avvenire dei propri figli, in una tragicomica rappresentazione della distruzione dell’istruzione italiana. Dove potrebbe imperare il “Cosa devi fare da grande”.

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