Sempre più spesso si parla di revenge porn, un tipo di vendetta praticato di solito nei confronti di un’ex partner. Recentemente anche il mondo della musica è stato al centro del dibattito per il caso di Morgan, accusato dalla ex Angelica Schiatti di stalking. Il cantante l’avrebbe insultata e minacciata di diffondere suoi video hot sul web. Il revenge porn consiste proprio nel ricatto o nella pubblicazione d’immagini private e hot di un’altra persona.
Cos’è il revenge
Nello specifico il revenge porn consiste nell’invio, consegna, cessione, pubblicazione o diffusione di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito da parte di chi li ha realizzati ma senza il consenso della persona che appare nei contenuti.
Questo tipo di diffusione solitamente avviene come vendetta per denigrare pubblicamente, ricattare, bullizzare o molestare l’altra persona, spesso una donna. Si tratta quindi di una pratica che può avere effetti drammatici a livello psicologico, sociale e anche materiale sulla vita di chi ne è vittima.
Il revenge porn può essere usato come vendetta amorosa ma anche come ricatto economico. Per esempio un hacker, venuto in possesso di video personali di una persona, potrebbe chiedere dei soldi per evitare la pubblicazione. Per evitare truffe di dati e quindi anche di video e foto personali, è importante proteggere la propria privacy e usare adeguate misure di sicurezza sui dispositivi elettronici.
Cosa si rischia
La legge italiana, con il codice Rosso, ha finalmente introdotto nel Codice penale il reato di revenge porn. Chi compie questa pratica è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro. La pena è però aumentata se i fatti sono commessi:
dal coniuge (anche separato o divorziato) o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva con la vittima;
in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza;
attraverso strumenti informatici o telematici.
Il revenge porn è punito a seguito di una querela della persona offesa entro sei mesi dalla pubblicazione o diffusione dei contenuti espliciti e privati. Tuttavia si procede d’ufficio se i fatti sono commessi contro una persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.
Il caso Morgan
Nel 2020 Morgan è stato denunciato per stalking dall’ex compagna Angelica Schiatti. Il cantante, nonostante la denuncia, ha comunque continuato a inviare messaggi alla ragazza minacciando di pubblicare dei video erotici che lei gli aveva mandato durante la relazione. Le immagini sarebbero poi state effettivamente diffuse in un gruppo, denominato “InArteMorgan”.
Il cantante avrebbe minacciato anche i genitori e le amiche della ragazza e persino il collega Calcutta, che Angelica ha iniziato a frequentare nel 2021. Nonostante siano passati quattro anni dalla denuncia, il processo sarebbe fermo dall’anno della pandemia e i giudici non avrebbero mai emesso divieti di avvicinamento nei confronti di Morgan.
Warner Music Italy, alla luce dei contenuti e dei messaggi emersi e riportati dalla stampa italiana nel 2024, in una nota ha comunicato di aver dato “mandato ai propri legali per interrompere il rapporto contrattuale in corso con l’artista Morgan lasciando che la questione sia dibattuta nelle giuste sedi