Tutti parlano dei Pandora Papers. Ma cosa sono e cosa hanno rivelato? Pandora Papers è la più grande indagine nella storia del giornalismo che indaga su un sistema finanziario “ombra” messo in piedi con un meccanismo straordinariamente perfetto per avvantaggiare alcuni dei personaggi più ricchi e influenti del mondo. Cinque anni dopo gli altrettanto famosi Panama Papers, una nuova inchiesta giornalistica internazionale coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij) ancora più ampia, svela le ricchezze nascoste nei paradisi fiscali da migliaia di potenti di tutto il mondo.
Con più di 600 giornalisti di 150 testate in 117 Paesi coinvolti, nelle carte dell’inchiesta Pandora Papers (così chiamata perché porta alla luce un vaso di veleni che riguarda ben 200 Paesi e territori) ci sono 35 capi di Stato o di governo, più di 330 politici di oltre 90 Paesi, tra cui ministri, leader di partito, parlamentari, ma anche capi dei servizi segreti, manager pubblici e privati, banchieri, industriali, ben 130 miliardari di Forbes, oltre a celebrità, truffatori, spacciatori, membri della famiglia reale e leader di gruppi religiosi in tutto il mondo. Tantissimi gli insospettabili.
11,9 i milioni di dati dei Pandora Papers raccolti, che arrivano da 14 diverse società di servizi offshore in un mix di file e formati – documenti, immagini, e-mail, fogli di calcolo e altro ancora, anche su carta – che rappresentano una sfida enorme per la gestione dei dati. Una raccolta di 2,94 terabyte, spiegano i giornalisti, che svela i segreti offshore delle élite più ricche del mondo: un lavoro che è durato più di un anno.
I registri includono una quantità senza precedenti di informazioni sui titolari effettivi di società registrate nelle Isole Vergini britanniche, Seychelles, Hong Kong, Belize, Panama, South Dakota e altre giurisdizioni off shore. Mentre alcuni dei file risalgono agli anni ’70, la maggior parte di quelli recensiti da ICIJ sono stati creati tra il 1996 e il 2020. Società fittizie, fondazioni, trust, acquisto di beni immobili, yacht, jet e assicurazioni sulla vita, utilizzati per fare investimenti e spostare denaro tra conti bancari. Passaporti, estratti conto, dichiarazioni fiscali, atti di costituzione di società, contratti immobiliari, evasione fiscale attraverso schemi finanziari complessi: c’è davvero di tutto.
L’indagine di Pandora Papers rivela anche come le banche e gli studi legali lavorino a stretto contatto con i fornitori di servizi offshore per progettare strutture aziendali complesse. I file mostrano che i fornitori non sempre conoscono i loro clienti, nonostante l’obbligo legale di non fare affari con persone che hanno rapporti quantomeno discutibili. Alcogal and Trident Trust è la società in cui sono stati trovati come clienti un gran numero di politici e funzionari pubblici. Alcogal, con sede a Panama, ha tra i suoi fondatori diversi politici, uno dei quali è stato ambasciatore di Panama negli Stati Uniti.
Il più grande gruppo per nazionalità nei dati di Pandora Papers è quello dei russi. Alcuni dei fornitori, in base alla loro posizione e alle giurisdizioni in cui operano, come Cipro, hanno un’ampia percentuale di clienti russi. Nei Pandora Papers, oltre il 30% delle società che hanno ricevuto servizi da tale Demetrios A. Demetriades LLC, o DadLaw, un fornitore con sede a Cipro, aveva uno o più russi come beneficiari effettivi. Più di 90 degli oltre 330 politici e funzionari pubblici nei dati provengono invece dall’America Latina. Argentina, Brasile e Venezuela sono tra i Paesi con la più ampia rappresentanza di beneficiari effettivi. Alcogal ha il più grande gruppo di clienti latinoamericani.
Nella maggior parte dei casi, le aziende hanno svolto il ruolo di introduttori, collegando i clienti ai fornitori di servizi offshore. Per 6 decenni, una delle più grandi società fiduciarie della Svizzera, il Gruppo Fidinam, si sarebbe impegnata a proteggere i capitali dei suoi clienti. Tra i “furbetti” ci sarebbe stato tale Massimo Bochicchio, finanziere che ha promesso ai suoi investitori guadagni consistenti: tra gli investitori anche Antonio Conte, ex allenatore del Chelsea Football Club, che ha perso tutti i soldi investiti.
Ma chi sono i politici e i personaggi noti travolti dall’inchiesta dei Pandora Papers? C’è davvero di tutto. Tra i nomi più importanti figurano il re di Giordania Abdallah II, l’ex premier britannico Tony Blair, il premier ceco Andrej Babis, il capo dello Stato ucraino ex comico Volodimyr Zelensky, il ministro dell’Economia olandese Wopke Hoekstra, cristiano-democratico, che ha spesso attaccato l’Italia sul dogma del rigore finanziario, in Russia Svetlana Krivonogikh, indicata dalla stampa indipendente come ex fidanzata e madre di una figlia non riconosciuta da Vladimir Putin. Ma anche la cantante Shakira, la top model Claudia Schiffer, Elton John, Julio Iglesias e l’allenatore di calcio Pep Guardiola.
Guardando agli italiani, spuntano i nomi del camorrista Raffaele Amato, in carcere dal 2009 con l’accusa di 8 omicidi e traffico internazionale di stupefacenti, e dell’ex nazifascista Delfo Zorzi, intercettato dalla polizia italiana nel 1997 mentre era latitante. Ma anche quelli di insospettabili come Carlo Ancelotti, oggi allenatore del Real Madrid, sotto indagine in Spagna per le sue tasse nel 2013 e nel 2015, che secondo l’inchiesta avrebbe utilizzato una società delle Isole Vergini britanniche per gestire i suoi diritti d’immagine.