La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha detto sì alla richiesta di custodia cautelare per il deputato del Pdl Nicola Cosentino avanzata dai magistrati campani. Hanno votato a favore 11 deputati contro 10. Decisivi per il risultato finale il voto favorevole dei due deputati della Lega Nord.
Il Pdl ha tentato fino all’ultimo, senza riuscirci, una mediazione con gli ormai ‘ex alleati’ del Carroccio. Ha provato anche a ritardare il voto sperando in un rinvio per ricucire una maggioranza che potesse salvare il potente coordinatore campano. Alla fine la truppa azzurra si è dovuta arrendere ed è andata sotto:11 a10. Anulla è servito il voto contro l’arresto del radicale Maurizio Turco.
Decisiva è stata la scelta degli uomini di Bossi di votare a favore dell’arresto di Cosentino come preannunciato ieri dall’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni.
“Sono soddisfatto perché la decisione è stata presa con senso di responsabilità e con grande serenità”. Il presidente della Giunta per le Autorizzazioni della Camera, Pierluigi Castagnetti, commenta con velata soddisfazione il sì all’arresto di Nicola Cosentino. “La maggioranza della Giunta – aggiunge il presidente dell’organo della Camera dei Deputati – ha ravvisato come non ci sia stato fumus persecutionis” contro il coordinatore del Pdl in Campania.
Ora la palla passa all’Aula di Montecitorio dovrebbe poi dire la sua, in via definitiva, giovedì prossimo. Non ci dovrebbero essere particolari capovolgimenti anche in caso di voto segreto, già richiesto da alcuni esponenti del Pdl. Stando ai numeri, per Nicola Cosentino dovrebbero aprirsi i cancelli del carcere: 206 del Pd (anche se resta l’incognita Radicali); 21 dell’Idv; 59 della Lega; 26 di Fli; 6 dell’Api; 38 Udc. Se questi deputati confermerebbero il voto della Giunta, si arriverebbe a quota 356 superando ampiamente la maggioranza assoluta. A questi voti potrebbero ‘confluire’ anche quelli delle minoranze linguistiche e di singoli parlamentari come, ad esempio, Giorgio La Malfa. In più, si fa notare nel centrosinistra, sarebbe davvero “complesso” per Maroni se un’ampia percentuale di leghisti decidesse in Aula, con il voto segreto, di ‘disobbedire’ alle indicazioni dei vertici di Via Bellerio. Per l’ex ministro sarebbe “uno smacco non facilissimo da spiegare”. Infatti, Luca Paolini, esponente del Carraccio nella Giunta per le Autorizzazioni, afferma di aver seguito le indicazioni del partito pur mantenendo tutti i suoi dubbi e “perplessità personali sull’impianto accusatorio”. “Pur avendo esposto valutazioni diverse su alcuni aspetti della vicenda abbiamo osservato l’indicazione del partito”, ha precisato il leghista. Ma assicura sul voto in Aula: “Io penso che noi ci comporteremo in Aula come abbiamo fatto in giunta, ma il voto è individuale e, probabilmente, sarà anche segreto. Ognuno alla fine farà quello che riterrà opportuno e deciderà secondo coscienza”.
Per l’esponente dei Responsabili in Giunta, Vincenzo D’Anna, Cosentino è un “prigioniero politico”. “Si è trattato di una decisione da organo politico e non da organo di garanzia”, gli ha fatto eco Francesco Paolo Sisto. Maurizio Paniz fa appello all’aula. “Quando si tratta di decidere della libertà individuale un parlamentare dovrebbe rispondere alla propria coscienza e non al partito”, ha spiegato l’esponente della Pdl anche a proposito delle scelte della Lega.
Il caso Cosentino agita dunque il Pdl, facendo scricchiolare sempre di più l’alleanza con la Lega. Il si’ della Giunta di Montecitorio all’arresto del coordinatore pidiellino in Campania preoccupa Silvio Berlusconi, alle prese con un partito sempre attraversato da maldipancia interni. Restano 48 ore prima del voto dell’Aula per tentare di ricucire con la Lega ed evitare in extremis la custodia cautelare. Cosentino, per ora, non commenta, ma il voto della Giunta l’aveva messo in conto. Raccontano che anche oggi, come tutte le mattine, sia andato a fare jogging.
A chi gli ha annunciato la notizia del via libera della Camera alla richiesta di custodia cautelare, riferiscono, l’ex sottosegretario del governo Berlusconi avrebbe ribadito la sua intenzione di andare avanti. Sono sereno, le cose sono andate come mi aspettavo, avrebbe sottolineato il deputato, lasciando intendere che, almeno per ora, non si dimetterà da coordinatore regionale, tantomeno si sospenderà dal partito. Una decisione che l’esponente del Pdl vorrebbe confermare anche se dovesse arrivare l’autorizzazione al suo arresto pure dall’Aula di Montecitorio giovedì. Il coordinatore campano del Pdl è convinto della sua innocenza e totale estraneità ai fatti che gli vengono imputati. Per questo avrebbe spiegato ai suoi quanto confermato nella memoria difensiva depositata in Giunta: ovvero da parte della procura di Napoli c’è un “violento pregiudizio e accanimento contro di me”.