Il direttore responsabile Andrea Viscardi

COSI’ NON VA

di Andrea Viscardi

L’importanza storica (per il nostro Paese e per l’Europa) delle riforme che il Governo sta per varare rappresentano l’ultima chance che abbiamo per salvare l’Italia ed evitare un crac economico e finanziario che trascinerebbe nel baratro l’Europa ed altri continenti, ma dalle notizie che trapelano sembra proprio che non ci siamo. Auguriamo che il Prof Monti le smentisca con i fatti. Quattro erano i punti che erano essenziali. Primo, per quanto riguarda i conti, ridurre le spese più che aumentare le tasse. Secondo, preoccuparsi non tanto del saldo della manovra, ma della sua qualità. Terzo, dal punto di vista del metodo e del significato politico abbandonare la concertazione, metodo ormai obsoleto se non adeguato ai tempi e alle nuove esigenze sociali (vedi la mancanza al tavolo dei giovani e di tutte quelle categorie che non sono rappresentate). Infine tagliare i costi e gli sprechi della politica in uno ai molteplici canali dell’evasione fiscale. Si legge, invece, da più parti che siamo alle solite: aumento delle imposte, pochi tagli alle spese, concertazione con i soliti soggetti, scarsi e per niente incisivi provvedimenti per la crescita economica. Gli studi compiuti dalle più accreditate accademie economiche hanno dimostrato che le riforme fiscali attuate attraverso l’aumento delle imposte hanno creato più recessione di quelle basate sui tagli alle spese. L’attuale manovra sembra fondata per tre quarti sull’aumento delle imposte e per il resto sui tagli alle spese e niente o quasi i tagli alla politica. Il peso delle imposte in Italia è senz’altro il più alto in Europa: dal punta di vista dell’equità a pagare non saranno solo (come sarebbe stato corretto) le classi più ricche ma anche i ceti medi ed i soliti tartassati lavoratori dipendenti. Perché non si tagliano quei circa 30 miliardi che nel 2010 sono andati per il sostegno alle imprese più grandi (i soliti furbi), che l’hanno usato per ripianare i loro debiti con le banche in barba ad ogni minima politica di sostegno all’occupazione?E che dire poi delle banche che con il pretesto della tracciabilità stanno creando il presupposto dell’uso coatto delle carte di credito? E il Prof Prodi oggi dalle pagine del Mattino di Napoli fa appello al Governo perché si crei un ombrello per le banche: Si vergogni. Del resto il Prof può dormire sogni tranquilli il governo è fatto di banchieri e da consulenti di banche alla faccia del conflitto di interessi. Dove si nasconde Bersani, le sinistre il fatto Quotidiano e i Santoro boys che per anni hanno crocefisso Berlusconi ed il suo conflitto d’interessi?

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