Così sconfiggiamo il punteruolo del pane

Presentato a Olmedo il sistema promosso dalla ProLoco e sperimentato dall’Università di Milano per salvaguardare i pani artistici. Due sistemi paralleli per salvare i pani artistici sono stati presentati lo scorso fine settimana nella sala dell’Auditorium comunale di Olmedo. I ricercatori del PackLAB dell’Università di Milano, coinvolti nel progetto ideato dalla ProLoco e finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna, hanno progettato due tipologie di rivestimenti del pane da esposizione che ne garantiscono l’integrità nel tempo senza alterare l’aspetto fisico. Sono due soluzioni facilmente applicabili sulle superfici dei campioni da preservare: i coatings. Nel primo caso, il team di scienziati ha sviluppato uno strato protettivo “passivo” che, una volta essiccato, diventa una barriera “fisica” dalle elevate prestazioni meccaniche, impenetrabile dal punteruolo del grano. Un’efficacia non di poco conto se si pensa che questo coleottero, con la forza del suo rostro, riesce a perforare anche i laminati.Il secondo metodo invece, prevede una barriera di tipo chimico. Il coating stavolta utilizza un principio attivo contenente una base insetticida speciale. Se l’insetto prova ad assaggiare la superfice muore prima di danneggiarle il manufatto. A illustrare i dettagli del progetto, denominato “Conservazione del pane artistico e delle statuine in pasta di pane”, sono stati l’algherese Stefano Farris, coordinatore scientifico e il ricercatore Gaetano Campanella, responsabile operativo. Eccellenti i risultati raggiunti. «Le sperimentazioni hanno permesso di constatare una resistenza all’attacco entomatico intorno al 98 per cento – ha spiegato Farris – ma l’efficacia sarebbe totale se il coating fosse deposto sempre in maniera omogenea sulla superficie da trattare».Nel corso dell’incontro sono intervenuti Giovanni Fancello, noto giornalista gastronomico, Andrea Angioni, ex direttore del museo del pane di Borore, Raffele Sestu, presidente regionale del coordinamento delle ProLoco sarde, Giovanni Antonio Farris, presidente del Parco di porto Conte e Tommaso Sussarello, comunicatore gastronomico. Grande soddisfazione è stata espressa dagli uomini e dalle donne della ProLoco che, con impegno costante, hanno fatto conoscere Olmedo come una delle capitali del pane di Sardegna. Nel corso del convegno, il presidente Eugenio Muroni e lo chef Massimo Meloni hanno annunciato la registrazione del marchio “Pane di Olmedo”, cedibile agli artigiani locali che vogliano produrre secondo rigidi criteri di qualità legati alla fermentazione naturale, all’utilizzo esclusivo di cereali sardi e alla cottura nel forno a legna. Alla fine dell’incontro, l’appello di Raffaele Sestu: «Chiederemo che il pane tipico della Sardegna diventi patrimonio dell’umanità».

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