Attimi di panico quelli che hanno seguito l’incidente della Concordia. Panico che sembra aver investito anche il comandante della nave, Schettino che, subito dopo il naufragio, ha abbandonato l’ imbarcazione. A testimoniarlo, la telefonata tra la Capitaneria di porto e il comandante della Concordia. Ecco il testo della conversazione: “Torni a bordo, è un ordine”. Il comandante della Concordia chiede alla sala operativa: “Quanti morti ci sono?”. L’ufficiale gli intima di coordinare i soccorsi. Roma :”Comandante, è un ordine, ora comando io. Lei ha dichiarato l’abbandono nave, vada a prua, risalga sulla nave e vada a coordinare i soccorsi. Ci sono già dei cadaveri”. E’ l’1.46 del 14 gennaio, sono fasi concitate e dalla Capitaneria stanno coordinando i soccorsi. L’ufficiale, dopo aver già sentito altre volte Schettino, lo richiama e lo avvisa che sta registrando la conversazione: “Ascolti Schettino – dice l’ufficiale che si presenta come “De Falco” -. Ci sono persone intrappolate a bordo. Adesso lei va con la sua scialuppa sotto la prua della nave lato dritto. C’è una biscaggina. Lei sale su quella biscaggina e va a bordo della nave. Va a bordo e mi riporta quante persone ci sono. Le è chiaro?”. Ma Schettino tentenna. La risposta di De Falco è perentoria: “Comandante, è un ordine, ora comando io. Lei ha dichiarato l’abbandono nave, vada a prua, risalga sulla nave e vada a coordinare i soccorsi. Ci sono già dei cadaveri”. E alla domanda di Schettino “quanti?”, l’ufficiale della Capitaneria di porto sbotta: “Deve dirmelo lei”. La replica del comandante della Concordia: “Ma si rende conto che è buio e qui non vediamo niente…”. De Falco gli intima: “Cosa vuole fare, vuole andare a casa? Lei ora torna sopra e ci dice cosa si può fare, quante persone ci sono e di cos’hanno bisogno. Ora!”. A quel punto il comandante della Concordia risponde: “Va bene, sto andando”.
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