Continua a muoversi il relitto naufragato all’Isola del Giglio, tanto da bloccare nuovamente le ricerche. Gli esperti della Protezione Civile stanno analizzando i dati provenienti dal sistema di monitoraggio che controlla i movimenti della nave Concordia, per stabilire l’origine dello spostamento che ha costretto le unita’ operative a sospendere le operazioni di ricerca. Attorno alla nave al momento non c’e’ alcun tipo di attivita’ se non la presenza della motovedetta della Capitaneria di Porto, e le unita’ di Castalia.
Franco Gabrielli, capo del dipartimento di protezione civile, appena nominato dal Consiglio dei ministri commissario delegato all’emergenza dell’Isola del Giglio, mette in campo con un decreto due comitati tecnico-scientifici per affrontare uno choc ambientale e umano di dimensioni gigantesche.
Ieri è stato riportato in superficie il12esimo corpo:si tratta di una donna trovata dai sommozzatori della Guardia Costiera che hanno aperto un varco nella zona di poppa. I sub dei Carabinieri, invece, sono riusciti a prelevare la cassaforte dalla cabina di Schettino recuperando anche le sue valigie di Schettino e il suo passaporto, oltre ad alcuni documenti. Quanto al lavoro in corso sulla Concordia, se è vero, come dice lo stesso Gabrielli, che “la contaminazione ambientale è già avvenuta” è altrettanto vero che le decisioni devono essere prese presto, prestissimo perché da quel relitto può davvero uscire di tutto. “Abbiamo 2.400 tonnellate di carburante – ricorda Gabrielli – ma anche oli e solventi, detersivi, tutto quello che serve a una comunità di 4 mila persone”. Un mare di inquinanti.
“I due comitati avranno carattere consultivo e operativo. Al comitato operativo ho già posto tre quesiti fondamentali” dice Gabrielli. Il primo: verificare se le operazioni di search and rescue e di svuotamento del bunker possono “essere sovrapponibili”. Il secondo, verificare i tempi e la necessità di implementazione delle forze in campo. Il terzo, verificare la possibilità di imbrigliare la nave per evitarne lo scivolamento. Gabrielli è pragmatico e pretende tempi ristretti perché sa che tempo da perdere non ce n’é. Le risposte ai suoi quesiti dovranno arrivare in un tempo massimo di 48 ore. Il neo commissario delegato all’emergenza sa anche che se è vero che le priorità paradossalmente sono due: risposte ai parenti dei dispersi e evitare una catastrofe ambientale. Tale sarebbe se per caso la nave, che poggia su due piccoli speroni di roccia distanti tra loro, subisse una sollecitazione tale da troncarsi in due. Quindi, fare e smettere di parlare. A parlare ci penserà il capo della protezione civile: briefing con i media “perché una corretta informazione è un servizio che dobbiamo dare”. Per il resto, fare e fare in fretta. Le ricerche dei dispersi proseguono. E non cesseranno fino a quando “il direttore tecnico del soccorso non deciderà lo stop. Sarà una decisione difficilissima ma il commissario non sarà lasciato solo: io, in prima persona – ha detto Gabrielli – me ne assumerò tutta la responsabilità”.
Gabrielli conclude il suo primo briefing con la stampa poi va a salutare il presidente del Senato Renato Schifani che ha appena incontrato i parenti delle vittime. Come i genitori di Giuseppe Girolamo, il musicista della Costa Concordia che quella notte ha lasciato il suo posto sul battello di salvataggio per cederlo a un bambino prima di sparire nelle acque e nella notte gelide del Giglio. “Davanti al suo gesto l’Italia s’inchina” ha detto il presidente Schifani ai genitori del ragazzo che lo ringraziavano per quella visita. Un ragazzo che non si trova ancora e che tutti qui continueranno a cercare.