Sì del Senato al decreto legge sui costi della politica. Con soli 194 voti favorevoli, Palazzo Madama rinvia il testo alla Camera, che dovrà esaminarlo nel minor tempo possibile, per poi convertirlo in legge entro il 9 dicembre. Solo così potrà evitarne la decadenza. Si tratta di una delle fiducia più basse incassate da un dl in esame a Palazzo Madama. Ben 58 i no, mentre quattro sono stati gli astenuti.
IL Governo Monti raggiunge così quota 47 fiducie, ad un anno dal suo insediamento. Il 21 novembre scorso, alla Camera, l’esecutivo aveva incassato la fiducia su tre articoli della legge di stabilità. L’8 novembre scorso, invece, Montecitorio si era espresso a favore del decreto legge sui costi della politica e gli Enti locali, contenente anche misure per le zone colpite dal terremoto nel maggio scorso. Il 31 ottobre scorso il Governo aveva ottenuto la fiducia sul dl sanità (181 voti a favore, 43 contrari e 23 astenuti), mentre il giorno precedente era stata la Camera a confermare la fiducia al governo sul ddl anti- corruzione con con 460 voti a favore, 76 contrari e 13 astenuti. Il 18 ottobre scorso, sempre a Montecitorio, il governo aveva ottenuto la fiducia sul provvedimento del ministro Balduzzi con 269 si', 65 no e 29 astenuti. Il giorno precedente, al Senato, l'esecutivo aveva ottenuto, con 228 si', il via libera al maxiemendamento sul ddl anticorruzione. Una settimana prima erano arrivate per il governo le quattro fiducie alla delega fiscale. Prima della pausa estiva, il 7 agosto, il governo aveva ottenuto il si' della Camera alla spending review con 406 voti favorevoli, 86 contrari e 17 astensioni. Tra il 31 luglio e il 3 agosto sono state votate altre 3 fiducie, tutte al Senato: il 3 agosto il decreto Sviluppo (216 si', 33 no 4 astenuti), il 1° agosto il decreto per l'emergenza terremoto (247 si', 11 no 4 astenuti) e il 31 luglio la spending review (217 sì, 40 no 4 astenuti). Alla Camera invece tra il 13 giugno e il 25 luglio sono state votate ben 9 fiducie.