L’ultimo appello in ordine di tempo è quello del premier Giuseppe Conte: “Occorre perseguire un radicale cambio di paradigma culturale. Per questo vogliamo inserire la protezione dell’ambiente e della biodiversità, unitamente allo sviluppo sostenibile, direttamente nella Costituzione italiana”. Ma il tema in questione è da quasi 40 viene dibattuta in Parlamento.
E’ addirittura dalla ‘Commissione Bozzi’ di riforma costituzionale, 37 anni fa, che si è posto il tema di introdurre anche nel nostro ordinamento un esplicito riconoscimento costituzionale del diritto all’ambiente.
Qualche anno prima, nel 1979 la Cassazione, con la famosa sentenza n. 5172 del 6 ottobre aveva precisato che ciascun uomo, essendo titolare di diritti inviolabili, come singolo ma anche come componente di formazioni sociali ha un diritto fondamentale alla salute non solo in quanto singolo, ma anche come membro delle comunità che frequenta e ha quindi diritto all’ambiente salubre.
Già prima della riforma del Titolo V della Parte seconda della Costituzione, che ha introdotto all’art. 117 la “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema” tra le materie riservate alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, pur non essendo presente un riferimento specifico all’ambiente nella Costituzione, la Corte costituzionale ha proceduto, in via di elaborazione giurisprudenziale, all’individuazione e al riconoscimento di esso come valore costituzionale. E altre sentenze della Corte si sono susseguite negli anni anche dopo l’istituzione del Ministero dell’Ambiente, con il riconoscimento dello “sforzo del legislatore di dare un riconoscimento specifico alla salvaguardia dell’ambiente come diritto fondamentale della persona ed interesse fondamentale della collettività e di creare istituti giuridici per la sua protezione”.
Il dibattito, dunque, è aperto da tempo ma, certamente anche per il complesso iter che necessita una riforma costituzionale, non è stata mai fatta una riforma in questo senso.
Sono ora in esame in commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama quattro proposte di legge per l’introduzione della tutela ambientale nella Carta sulle quali si sta tenendo un ciclo di audizioni e che, dopo la manovra, potrebbero essere calendarizzate in Aula. Nell’ultima seduta di di commissione in materia, infatti, l’8 gennaio scorso, il presidente dell’organismo parlamentare ha manifestato l’intenzione di proseguire nell’iter del provvedimento.