Oltre 19 milioni di mascherine acquistate all’estero dall’Italia, per far fronte all’emergenza coronavirus, sono state requisite da altri Paesi.I dispositivi, mascherine Ffp2 e chirurgiche, erano stati acquistati da aziende italiane e sarebbero dovute arrivare nei prossimi giorni ma i Paesi in cui sono state prodotti e, in alcuni casi, quelli di transito, li hanno sequestrati destinandoli al loro mercato. Un comportamento che il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha definito ‘inaccettabile’. “Non è accettabile che quanto stanno importando le nostre aziende si blocchi nelle dogane di altri Stati e venga requisito, noi siamo stati un Paese solidale che ha aiutato tutti”, ha detto il ministro. Che poi annuncia che si è “sbloccata l’esportazione, dalla Germania e dalla Francia, di mascherine, tute e schermi facciali. Siamo impegnati a tutelare la salute dei nostri cittadini e in questa fase, più di prima, è fondamentale la collaborazione tra gli Stati”, ha sottolineato via facebook. “Siamo davanti a una crisi che riguarda tutti, in Italia e all’estero. Se rimaniamo uniti possiamo farcela”, ha concluso di Maio. Ma occorre una presa di posizione più dura nei confronti del resto d’Europa.
E vista la situazione, il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha detto: “Siamo pronti a produrre mascherine sanitarie in proprio ma ci serve un’autorizzazione che spero sia al’interno del Decreto che verrà approvato dal governo”. La crisi da “mascherine” per Zaia è dovuta anche al fatto che non ce ne sono e anche quando vengono ordinate “lungo il viaggio diminuiscono perché gli scatoloni, che a volte arrivano vuoti, passano per altri Paesi che ne hanno necessità”.