La pandemia del Covid 19 arrecherà danni consistenti all’intero mondo del business ed il calcio non farà eccezione.
Mentre nel mondo si fanno le prove di ripartenza dopo i “lockdown” governativi, l’economia tenta di ripararsi dalla più grande crisi dal dopoguerra, probabilmente di portata anche superiore, poiché un immobilismo pressochè totale nemmeno a quei tempi si verificò. Se il calcio di oggi è sempre più visto come un affare e non solo come il gioco più bello del mondo, ed il gergo economico-finanziario si affianca a quello calcistico con termini come monetizzare, asset, plusvalenze, allora anche le squadre di calcio diventano aziende, e come tali affronteranno una profonda crisi. Nell’attesa della ripartenza il calciomercato non si ferma pur essendo privo di date straordinarie data la complicata situazione sulla ripartenza dei campionati.
In mancanza di liquidità allora quali saranno le regine del mercato? Chi riuscirà a mettere a segno il colpo migliore? La soluzione maggiormente utilizzata dai DS delle società sarà quella degli scambi, atti a migliorare le proprie rose e puntellare i bilanci in vista del controllo annuale del FFP.
Presto detto che la palma se la contenderanno comunque i top team mondiali, sia per appetibilità del marchio riguardo le ambizioni dei top players, sia per la disponibilità di pedine di scambio di alto livello. La sfida più affascinante sarà semmai capire quale manager avrà più occhio per gli scambi, chi andrà a guadagnare e chi a perdere e chi riuscirà ad accaparrarsi a parametro 0 i fuoriclasse in scadenza nel Giugno 2020. Il fischio d’inizio non è stato dato ma la partita è cominciata.
Piera Toppi