Covid: a Milano scatta il coprifuoco nelle zone della movida

Alle 23 di oggi e’ scattato il primo giorno del cosiddetto “coprifuoco” l’applicazione delle due ordinanze di Regione Lombardia e Ministero della Salute che obbligano la chiusura dei locali alle 23 e vietano la circolazione per strada, salvo motivi particolari (lavoro, motivi di salute o emergenze comprovate) e comunque sempre con una autocertificazione. Gia’ prima dello scoccare delle 23 le strade e i locali della movida milanese (la zona dei navigli, Corso Como, Corso Garibaldi e la zona dell’Arco della pace – Corso Sempione) appaiono desolatamente vuoti, immagini che riportano alla mente il lockdown di primavera con quasi nessuno in giro e serrande abbassate. Le zone della movida sono gia’ deserte: in pochi sul naviglio grande gia’ alle 21, con locali che non hanno neppure aperto. Uno scenario che va avanti da giorni “questa mattina alcuni amici proprietari di altri locali facvano una ‘gara’ mostrando le chiusure di cassa con foto su whatsapp: chi 20 euro chi 15 euro, chi 40 euro”, spiega Paolo, un socio di uno dei locali della zona, preoccupato per la situazione anche perche’ i clienti avevano ripreso a tornare dopo la chiusura del lockdown e adesso la situazione sembra precipitare ancora verso quella china. Qui a controllare il rispetto dell’uso della mascherina prima e delle chiusure dei locali e del “coprifuoco poi”, c’e’ la polizia locale, mentre i controlli in corso Sempione sono stati assegnati ai Carabinieri: alle 22 il Banghrabar, uno dei locali piu’ frequentati dal “popolo della notte” che gravita intorno all’arco della pace sta gia’ chiudendo e i camerieri stanno togliendo i tavolini dal dehor.

Anche Corso Como e Corso Garibaldi – controllati dalla polizia di stato – con la sua vita notturna sono incredibilmente vuoti alle 23. Chiuso il ristorante “Le langhe” e chiuso il Tocqueville. In giro solo gli agenti della polizia che controllano i rari pedoni che si affrettano verso casa. I primi a essere controllati sono una coppia di Carate Brianza “siamo usciti da un ristorante della zona – racconta lui, Raffaele Romano – abbiamo lo scontrino che attesta che abbiamo pagato alle 22.40 e stavamo rientrando, invece la polizia ci ha spiegato che alle 23 bisogna essere gia’ a casa. Pero’ sono stati molto gentili e hanno capito la nostra buona fede”. Il primo giorno, complice anche il tempo e lo sciopero dei treni, c’e’ un po’ di tolleranza anche perche’ la sanzione e’ pesante: dai 400 ai 3mila euro. “Le ordinanze – ricorda il commissario capo Claudio de Filippo in corso Como per la prima sera di controlli – sono due: l’ordinanza della Regione Lombardia che Prevede la chiusura dei locali alle 23 e l’ordinanza del ministro della salute che prevede che dalle 23 alle 5 del mattino non si possa circolare se non per comprovate esigenze, comunque lasciando la possibilita’ di far rientro al proprio domicilio a tutti coloro che siano stati in ristoranti e pizzerie che chiudono alle 23 con chiaramente una autocertificazione che, deve essere compilata indicando il domicilio. La presenza in giro deve essere giustificata, chi esce dalla propria abitazione per fare una passeggiata sotto casa, e’ meglio che la faccia prima delle 23”.

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