L’immunità di gregge “è difficile da raggiungere e la terza dose di vaccino potrebbe servire a tutti”. E’ la previsione di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità e portavoce del Cts, in una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. Il medico sottolineando che “il livello di immunizzazione che azzera la circolazione di un virus non è un obiettivo che ci possiamo porre. Gli obiettivi sono altri: ridurre la circolazione del virus e i contagi e contenere al minino ricoveri e morti”. Secondo Brusaferro occorre “una massiccia copertura vaccinale della popolazione e garantirne la durata nel tempo”.
Il numero uno dell’Iss sottolinea la necessità della terza dose come dimostrato da studi che “ci stanno consentendo di valutare l’andamento della protezione immunitaria nelle diverse fasce di popolazione, comprese quelle più giovani e senza patologie. In questa prospettiva la terza dose potrebbe essere raccomandata”. Il vaccino, però, da solo non basta, “servono mascherine e distanziamento”, come dimostra ciò sta avvenendo in Gran Bretagna. Per Brusaferro “non basta la copertura immunitaria, serve anche mantenere le misure di contenimento, come mascherine e distanziamento. Per uscire dalla pandemia dobbiamo camminare su entrambe le gambe. Serve tenere il più bassa possibile la curva dei contagi, ma anche alzare la quota dei vaccinati, in particolare tra gli over 50”.
Sull’ipotesi di inocularsi contemporaneamente il vaccino influenzale e quello anti-Covid, il portavoce del Cts spiega che “si possono fare contemporaneamente, l’importante però è farli perché la stagione influenzale è alle porte. Oltre al disagio e alla sofferenza legati alla patologia, si può creare confusione con i sintomi del Covid e appesantire così anche il carico diagnostico”.