Covid, dall’obbligo vaccinale al green pass. Giorgia Meloni: ‘Ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana’

La decisione del presidente francese Emmanuel Macron di rendere obbligatorio il vaccino per i sanitari e di estendere le funzionalità del green pass sta facendo discutere l’Europa, che torna a interrogarsi sull’obbligo vaccinale.

Le campagne vaccinali sono competenze nazionali, quindi se siano obbligatorie o meno è una decisione che spetta agli Stati membri”, ha detto un portavoce della Commissione europea. “È importante continuare a vaccinare i cittadini contro il Covid-19 in quanto è la via d’uscita dalla pandemia. L’obiettivo di arrivare a vaccinare il 70% degli adulti può essere raggiunto.

 Il pass sanitario, ha annunciato il presidente Emmanuel Macron, sarà esteso già da inizio agosto a caffè, ristoranti, centri commerciali, ma anche aerei, treni, pullman di lunga percorrenza e nelle strutture mediche della Francia. Dal 21 luglio invece per entrare nei cinema, nei teatri e in altri luoghi culturali. Introdotto dal 15 settembre anche l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. In poche ore dopo l’annuncio del presidente sono state registrate quasi 1 milione di nuove prenotazioni per il vaccino.

Nel frattempo si riflette se estendere in Italia le funzionalità del pass su modello francese: “Quella di utilizzare il green pass per vari tipi di eventi potrebbe essere una soluzione per una spinta al vaccino. Poi per chi non lo avrà sarà sempre garantito anche il tampone, bisogna comunque rispettare la Costituzione”, ha detto il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo

Rendere il vaccino anti Covid obbligatorio non andrebbe contro la Costituzione in Italia. A spiegarlo è la professoressa Donatella Morana, docente di Diritto pubblico all’Università Tor Vergata e di Diritto sanitario alla Luiss di Roma. Dunque il nostro Paese potrebbe seguire le orme della Francia, di fatto costringendo le persone a sottoporsi all’inoculazione per accedere alle attività o addirittura prevedendo un trattamento sanitario obbligatorio.

“Ma ci sono dei limiti“, ha riferito la costituzionalista: “Deve avvenire con una legge o comunque con una fonte primaria, quindi con il coinvolgimento del Parlamento, quando c’è un interesse alla salute della collettività da tutelare. Sono due le scelte che potrebbe fare la politica. Quella di rendere il trattamento obbligatorio in modo generalizzato, oppure quella di limitarsi a raccomandarlo. Infatti “ci sono Paesi che, in relazione ad altre vaccinazioni, diverse rispetto a quella contro il Covid-19, hanno raggiunto l’immunità di gregge attraverso la raccomandazione, dunque cercando di stimolare l’adesione volontaria dei cittadini. Altri Paesi invece hanno preferito ricorrere all’imposizione della vaccinazione come obbligo. Si tratta di scelte comunque non definitive, che vanno valutate e rivalutate in relazione alla concreta situazione epidemiologica, ha sottolineato Donatella Morana.

‘La vaccinazione obbligatoria “può tra l’altro essere prevista dalla legge solo per alcune categorie, in modo ragionevole e con tutte le cautele che sempre vanno adottate verso i soggetti a rischio”. Al contrario è possibile prevedere “prevedere la vaccinazione come un onere. L’onerosità per il soggetto diventa un elemento che l’ordinamento può decidere di introdurre al fine di impedire il contagio rispetto a certe attività o specifici ambienti. Ovviamente anche in questo caso ci deve sempre essere una ragionevole giustificazione alla base della scelta legislativa.  Non è un provvedimento in sé discriminatorio, purché si rivolga a intere categorie di soggetti e non a singoli individui”, delineando la differenza tra obbligo e onere, come quello esistente in Francia. Con l’obbligo “i soggetti sono tenuti a vaccinarsi indipendentemente dalle specifiche attività cui si vogliono dedicare”, con l’onere “la vaccinazione è imposta solo se si intende svolgere, ad esempio, una determinata attività o frequentare alcuni ambienti“, come ad esempio i ristoranti.  In entrambi i casi è necessario un intervento normativo. È cioè necessaria una legge che lo stabilisca, perché si incide sulla scelta dell’individuo rispetto alle proprie cure. Insomma è indispensabile l’intervento del Parlamento”, con la possibilità che la discussione porti a un nulla di fatto o si protragga per molto tempo”, conclude la prof.

”L’idea di utilizzare il green pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante, è l’ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana. Una follia anticostituzionale che Fratelli d’Italia respinge con forza. Per noi la libertà individuale è sacra e inviolabile”,  scrive su Twitter il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Una presa di posizione opportuna in un momento in cui il dibattito sul green pass sta prendendo una brutta piega. E anche in Italia  sono tentati dal “copiare” il modello francese. Che dal 21 luglio impone il pass sanitario, per chi ha più di 12 anni, per partecipare a eventi di cultura e attrazioni con oltre 50 persone. E il  presidente Macron ha aggiunto che dall’inizio del mese di agosto il pass sarà necessario in bar, ristoranti, case di riposo, aerei e altri luoghi affollati: sia per ospiti, sia per lavoratori. Il pass sarà necessario anche per i i centri commerciali, i treni, i pullman di lunga percorrenza e altre strutture mediche.

Dunque il fatto che anche in Italia piaccia il modello francese preoccupa.  Il generale Figliuolo  al Tg2 Post ha detto che “quella di utilizzare il green pass per vari tipi di eventi, così come in Francia, potrebbe essere una soluzione per una spinta”, alla vaccinazione. “Poi per chi non l’avrà c’è anche il tampone, bisogna comunque rispettare la Costituzione”, ha detto il commissario per l’Emergenza Covid. Appena si parla di controllo e di limitazioni dei cittadini il Pd è in prima linea. “Estendere il green pass a tutti i luoghi di socialità, come deciso in Francia dal presidente Emmanuel Macron”. Applaude all’idea la dem Alessia Morani, deputata del Pd.

 Ora più che mai, la sottolineatura di Giorgia Meloni è determinante per opporsi e per riflettere sui risvolti “orwelliani”. Più volte la leader di FdI ha messo in guardia dalle conseguenze ”ricattatorie”   del discorso.

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