Covid e Azzolina: ‘Rivoglio tutti in classe ma sulla data non faccio pronostici’

“La situazione in tutta Europa è seria, le decisioni che abbiamo preso sono state difficili: persino lasciare le primarie e le secondarie di primo grado aperte nelle zone rosse non è stato semplice. Per quanto mi riguarda potrò sentirmi sollevata soltanto quando tutti i miei studenti potranno tornare in classe”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che però sulla riapertura non fa pronostici.

“Scuole aperte nelle zone rosse un ottimo risultato” – “Lavoro per limitare i disagi – chiarisce ancora il ministro, in un’intervista con il “Corriere della Sera” -. Nelle zone rosse ci sono molte limitazioni per tutti, ma le scuole restano aperte fino alla prima secondaria di primo grado. Abbiamo pensato di garantire i bambini che hanno cominciato la nuova scuola, che sono passati dalla maestra ai professori. Tenere aperte le scuole nelle zone rosse è stato un risultato notevole”.

“Non siamo più la cenerentola del Paese” – La Azzolina spiega poi che nelle linee guida per la didattica a distanza “abbiamo scritto che devono fare almeno tre ore al giorno in modalità sincrona. In Italia, la scuola non è stata mai considerata nello stesso modo che negli altri Paesi. ma noi abbiamo messo un paletto in questi giorni: la scuola non è meno importante delle altre attività”.

E ancora, chiarisce: “Non mi sono mai sentita isolata nelle mie scelte, anzi devo ringraziare il governo e il presidente del Consiglio. Dal primo momento ho visto una grandissima sensibilità verso una scuola di qualità. Ora per la scuola è cambiata la musica, anche sugli investimenti. Non siamo più la cenerentola del Paese”.

“Superiori chiuse, principio di massima precauzione” – Sulla scelta di chiudere le superiori il ministro spiega che “abbiamo seguito il principio di massima precauzione e per questo ci vuole la massima responsabilità individuale nei comportamenti, adulti e adolescenti devono rispettare le regole”.

E, in vista della riapertura, la Azzolina dice che sta lavorando “sulle criticità che sono emerse, il protocollo di sicurezza con le Asl deve essere applicato in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. Chiedo da tempo i test rapidi nelle scuola”, dice, augurandosi che ci siano per il 4 dicembre, allo scadere del nuovo Dpcm. Sul concorso, infine, ricorda che “ha già svolto le prove il 73% dei candidati, alla prima finestra utile si concluderà e intanto iniziamo a correggere i test già fatti”.

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