Una nuova tranche del fondo Sure, il prestito finanziato da emissioni di bond comuni le cui risorse vanno a rafforzare gli schemi anti-disoccupazione nazionali, “si può immaginare”. Ma prima di una discussione su un fondo ‘Sure 2’ occorre che siano esaurite le risorse del Sure già operativo – restano 10 miliardi circa da allocare – e dovrà essere “concluso il processo di ratifiche nazionali della nuova soglia di risorse proprie” dell’Unione europea. Lo ha detto il Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni durante un seminario sul fondo Sure, parte del pacchetto di misure per rispondere all’emergenza economica della pandemia negoziato la scorsa primavera. Gentiloni ha precisato che “non c’è alcuna proposta della Commissione europea sul ‘Sure 2’, e che “se oltre al Next Generation Eu si può immaginare di ragionare su una seconda fase del Sure, è una questione che potremo affrontare a fine primavera-inizio estate, oggi è impossibile dal punto di vista tecnico” ma “non escludo si possa discutere nei prossimi mesi”.
Il programma europeo Sure è “uno strumento di fondamentale importanza per rendere sostenibili e proseguire nelle misure eccezionali di sostegno al reddito” e “sarà utilizzato per compensare i costi sostenuti degli interventi inseriti nei decreti emergenziali che il Governo ha varato a partire da marzo 2020”. Lo ha affermato la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo. L’Italia è il primo beneficiario di Sure e ha già ottenuto una prima tranche da 10 miliardi. Per quanto concerne il sostegno ai lavoratori dipendenti, ha proseguito la ministra, “il programma ha permesso di finanziare la cassa integrazione con causale Covid-19 estesa, nelle forme di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e in deroga, all’intero territorio nazionale, a tutti i dipendenti ed a tutti i settori produttivi”. Le misure messe in campo per mitigare l’impatto del Covid sul mercato lavoro “hanno avuto un ruolo determinante per impedire che la crisi economica si trasformasse in crisi sociale e saranno confermate fino a quando il Paese si troverà a dover fronteggiare la fase più acuta del virus” ha assicurato Catalfo.
Il varo del programma Sure “è un successo italiano, non solo perché l’Italia sarà il principale beneficiaro con 27,4 miliardi” ma anche perché “è una battaglia che abbiamo intrapreso con convinzione dal punto di vista politico”. Lo ha sottolineato il viceministro all’Economia, Antonio Misiani. Questi 27,4 miliardi “ci permetteranno di risparmiare consistenti risorse in termini di minori interessi rispetto a quanto avremmo dovuto reperire sui mercati finanziari con emissioni di titolo di debito pubblico italiano”, ha detto Misiani ricordando che il ministro Gualtieri ha già stimato ad agosto questi risparmi in “circa 5,5 miliardi”. Ora, ha sottolineato ancora, “il nostro dovere è utlizzarli in maniera appropriata”. La rete di protezione sociale attivata in questi mesi di emergenza “ci ha permesso di salvare centinaia di migliaia di posti di lavoro. Quasi 2 milioni di posti di lavoro sarebbero andati persi se non avessimo fatto la scelta sin dall’inizio di garantire strumenti, ammortizzatori sociali, integrazioni salariali alla generalità dei lavoratori”, ha aggiunto.
”
In Italia, più di 3 milioni di famiglie hanno visto il loro reddito dimezzarsi e il 50% delle imprese sono a rischio chiusura, con centinaia di migliaia di lavoratori che potrebbero perdere il posto.
Oltre al Piano per la ripresa dell’Ue, ai prestiti Bei e agli impegni di acquisti per 1710 miliardi della Bce, è già operativo il programma Sure, con 100 miliardi di prestiti a condizioni molto convenienti.
Sure è stato studiato proprio per i Paesi più colpiti dalla pandemia e dalla crisi economica, come Italia e Spagna. L’Italia, con 27 miliardi di euro, è il primo beneficiario di Sure, e ha già ottenuto una prima linea di credito da 10 miliardi. Questa misura si concretizzerà in un sussidio pubblico, che potrà garantire il posto di lavoro a milioni di cittadini europei.
RIVEDI IL DIBATTITO